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In effetti si fa fatica a credere che da qui partì, praticamente, la ricerca che portò alla nascita dei primi computer e, sempre da qui (come sentiremo), partirono anche le prime conquiste sociali dei lavoratori delle fabbriche … È vero, è vero, ma … io credo che, forse, è meglio lasciare lo spazio alle immagini e ad un testimone oggi lucido novantenne, che abbiamo appena visto e che nell’Olivetti ha passato una vita facendo anche carriera. Che dici? Un’azienda sicuramente all’avanguardia che però non tutti comprendevano. Il suo modo di gestione aveva creato diversi problemi ad Adriano Olivetti, a partire dalla sua famiglia … Ehh si, una grande figura, illuminata. Di cui, forse, avremmo bisogno ancora oggi … ma tornerei alle sue grandi intuizioni … Ricordi davvero interessanti quelli di Aldo Pagani che ha voluto trasmetterceli non solo attraverso audio e video, ma scrivendoli in questo libro UNA VOLTA C’ERA LA DITTA, storia di un allievo meccanico diventato dirigente …. che suggeriamo davvero di leggere e pubblicato dalla HEVER edizioni, sempre di Ivrea. Vita d’altri tempi, si potrebbe dire, ma una vita che ad Aldo Pagani non è pesata più di tanto. Faceva quello che piaceva, otteneva buoni risultati e per lui quei ritmi erano normali … compensati, alla fine, da una busta paga … altrettanto interessante. O no? Lasciamo per un attimo le questioni economiche e la DITTA per … qualche curiosità più … personale, partendo magari dal luogo di nascita di Aldo Pagani perché nasce ad Ivrea (come abbiamo già detto) … a causa di un treno che invece di proseguire per Aosta … si ferma proprio ad Ivrea … Ma torniamo ad Hélèna, l’editrice del libro, perché anche la sua è una bella storia molto legata all’Olivetti anche se nasce ad Atene, da madre belga, poi vive per un certo periodo di tempo in Grecia … quindi un orientamento molto internazionale e alla fine, però (e lo dice lei stessa), ci tiene ad essere considerata una canavesana .. Infatti … però questa è davvero una bella storia ed anche … una bella lezione per i giovani, una testimonianza anche molto vicina a noi, a molti valdostani che in quegli anni (1940/1960/1970) hanno lavorato all’Olivetti. Una ditta che era davvero un’istituzione … Immagini davvero emozionanti che ci riportano, alla fine, proprio alle parole di Aldo Pagani ed Héléna Verlucca quando parlano del territorio …. 2 Ehh si. Un bel personaggio. Stiamo parlando di Aldo Pagani, autore del libro UNA VOLTA C’ERA LA DITTA che abbiamo già incontrato nella puntata precedente, ma che oltre ad essere un testimone vivente di quella grande esperienza all’Olivetti, ci aveva anticipato di essere anche molto legato alla Valle d’Aosta. E allora, magari, partiamo proprio da qui … Archiviamo la parentesi valdostana e torniamo alla Ditta. Anzi: ancora prima. Agli anni delle scelte per il futuro di un giovane che viveva ad Ivrea, aveva finito le elementari e doveva capire cosa fare della sua vita … Ecco che ritorna un altro legame con la Valle d’Aosta …. il fratello autista, il Casinò … cosa manca per essere considerato, a questo punto, un valdostano ad honorem? … il patois … sentite … Il piano è ancora oggi una delle più interessanti proposte elaborate dalla cultura urbanistica e architettonica italiana degli anni 30. Non è una semplice ridistribuzione spaziale delle funzioni, ma tenta di promuovere il riscatto di aree fino ad allora emarginate. NON E’ POSSIBILE ASPETTARE CHE LA VITA RIMONTI LE VALLI – diceva Olivetti – BISOGNA PORTARLA. SE LA VITA IN MONTAGNA E’ PIU’ DIFFICILE, LA NAZIONE DEVE OCCUPARSE E PROVVEDERE. Lavora sullo sviluppo del versante italiano del Bianco (Courmayeur), elabora il piano per la stazione sciistica di Pila e la conca del Breuil e lo strumento urbanistico di Aosta. In tutti i suoi progetti poneva massima cura all’essenzialità delle linee ed al rapporto armonico tra forme dell’architettura e la complessità del paesaggio. Accidenti però! … Quest’ultimo non è un gran giudizio sulle donne !!! …. Anche se, forse, spesso nel mondo dello spettacolo, questa impressione che diamo (come donne) potrebbe essere condivisa …. In realtà, se mi posso permettere, dottor Pagani … nel suo libro manca un po’ la quota rosa, cioè il peso e il ruolo delle donne nella sua vita, in fabbrica ….. Torniamo all’Olivetti e alla sua funzione anche un po’ sociale con tutte le agevolazioni di cui potevate usufruire, rispetto alle altre Aziende dell’epoca, ma voi …. Come le vedevate? Vi accorgevate di essere dei privilegiati? Esatto una grande risorsa e allora, scusami, chiuderei leggendo qualche riga del retro di copertina del libro di Aldo Pagani laddove dice ……. Paradossalmente tutto è cambiato con la scomparsa della Ditta. Ed ecco allora la decisione di scrivere i miei ricordi di fatti, emozioni, sentimenti affievoliti dal lungo tempo ormai trascorso, ma che testimoniano momenti indimenticabili per chi li ha vissuti e che, mi auguro, possano far meglio capire ai giovani l’epoca straordinaria inventata dai nostri precursori.