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<speak> Rappismo e trumpismo. 10 Gennaio 2021. <lang xml:lang="en-US">I have to remind myself that if you listen to rap music, it’s all about the bling, the women, the money.</lang> Il rap è “ostentazione, donne, soldi”: questo ha scritto Barack Obama nella sua autobiografia <lang xml:lang="en-US">A promised land</lang>. E al tempo stesso è un giudizio troppo severo e troppo indulgente. Troppo severo, nel senso che ovviamente la musica rap non è tutta una questione di ostentazione, di donne e di soldi. Quindi non c’è nessun bisogno di “ricordarselo” quando lo si ascolta, come se ci si dovesse sentire in colpa – o quasi fare autocritica culturale, come sembra essere l’intenzione in questo caso (Obama è notoriamente un fan del genere). Ma al tempo stesso, è un giudizio troppo indulgente. Perché, per la maggior parte dei principali rapper presenti e passati, non è tanto una questione di “ostentazione, donne, soldi”: ma di “bullismo, machismo e armi”. Di questo parla il rap, per la maggior parte. Vi ricorda qualcosa? Anzi: vi ricorda qualcuno? Già. E quei “rapper occasionali” che sembravano impazziti quando hanno espresso una qualche forma di sostegno a Trump, non facevano altro che dare il colpo di grazia all’enorme equivoco (potremmo dire “pasoliniano”) che ci ha sempre fatto fraintendere la portata culturale del rap stesso: pensare che siccome proviene dalle classi più deboli, allora sia necessariamente dalla parte dei più deboli. Spike Lee ci ha costruito una grande carriera, su questa rappresentazione edificante: il sottoproletariato urbano che trova nel rap un mezzo di orgogliosa emancipazione collettiva. Bello, sì, ma falso. Ai rapper, almeno quelli che ce la fanno, non frega niente dell’emancipazione dei poveri, semmai il contrario: l’esistenza dei poveri, come dei falliti e degli sfigati, è necessaria a far brillare il loro personale successo. Ma c’è di più. Se sul fare i soldi possiamo dire che in fondo non c’è niente di male, la triade bullismo – machismo – armi è quello che rende gran parte della musica rap inaccettabile per la vecchia morale comune. Proprio come Trump. Buona domenica </speak>