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Bentornati al nostro appuntamento con Racconti Dal Vino! Oggi vogliamo viaggiare insieme a voi nell’eterogeneo mondo dei tappi da vino. Vi siete mai soffermati ad osservare il tappo, dopo aver aperto la bottiglia che vi accingete a degustare? In realtà questo piccolo, indispensabile elemento di chiusura, può svelarvi molte informazioni sulle scelte produttive e la filosofia della cantina il cui vino avete fra le mani. Il materiale maggiormente adoperato è sicuramente il sughero; probabilmente nell’immaginazione di ognuno di noi rappresenta la chiusura della bottiglia perfetta, grazie anche alla poesia racchiusa nei gesti che il suo utilizzo comporta. L’utilizzo del sughero si deve ad una felice intuizione di Dom Perignon alla fine del XVII secolo. Il famoso monaco (proprio quello che dobbiamo ringraziare per le mitiche bollicine!), capì che questo materiale, con le sue caratteristiche di elasticità, impermeabilità e porosità permetteva una chiusura migliore rispetto al legno fino ad allora impiegato. La porosità del sughero consente un microscopico scambio di ossigeno tra l’interno e l’esterno della bottiglia, permettendo al vino di “maturare” e di evolversi, modificandone i profumi e le percezioni gustative. Di tappi in sughero ne esistono varie qualità e fatture. Quelli definiti “monopezzo”, che conservano intatta la struttura della materia, più pregiati e durevoli nel tempo, ed i “conglomerati”, generalmente meno resistenti e di qualità inferiore. Anche la forma può variare a seconda della tipologia di vino imbottigliato, ne sono un esempio il tappo a forma di T usato per i vini liquorosi o quello a fungo per i vini spumantizzati. Fondamentale, nel caso delle bottiglie con tappo in sughero, per mantenere quest’ultimo ben umido, conservare le bottiglie distese. Questo, ne preserverà l’elasticità ed eviterà spiacevoli rotture durante l'apertura. Nonostante le sue indiscusse qualità, il sughero non è, ahinoi, esente da difetti. In primis, la scarsità sempre maggiore della materia prima naturale, ed in secundis il temibile “sentore di tappo”, che rende il vino imbevibile, determinato dalla contaminazione ad opera di un fungo parassita della quercia da sughero, che in determinate condizioni può generare una molecola chiamata TCA (2,4,6-tricloroanisolo), Per tentare di risolvere le problematiche citate, la ricerca del tappo perfetto è in continua evoluzione e diversi sono i materiali alternativi finora utilizzati. Proviamo a vederne insieme alcuni. Il tappo in silicone, o tappo sintetico, realizzato in materiali termoplastici. Meno costoso del tappo in sughero, e con il grande pregio di essere un materiale elastico, atossico e sterilizabile, non attaccabile da muffe e funghi, risolve egregiamente il problema del sentore di tappo. La caratteristica peculiare è la totale impermeabilità, il che significa che sigilla ermeticamente la bottiglia, non consentendo la micro-ossigenazione e di conseguenza l’evoluzione del vino imbottigliato. Utilizzato prevalentemente quando si imbottiglia un vino destinato ad un consumo immediato, dal quale non ci si aspetta un miglioramento nel tempo. Il tappo in silicone non è soggetto ad usura e non altera la sua struttura nel tempo, di conseguenza non si rischia che si possa sgretolare se non mantiene una adeguata umidità. Un altro materiale a disposizione dei produttori di vino per la chiusura delle proprie bottiglie è il vetro. Il tappo in vetro riprende la forma del tappo a T, generalmente, ma non esclusivamente, utilizzato per i vini liquorosi, come accennato precedentemente. A nostro avviso una scelta decisamente stilosa, il tappo in vetro ha un design accattivante, moderno e modaiolo. Come la precedente tipologia, il tappo in vetro è asettico e totalmente inerte, non rischia di trasmettere odori sgradevoli al vino, ma non ne permette neanche la micro-ossigenazione, lasciando per cui il vino inalterato per anni. Presenta un alto costo di produzione e necessita di bottiglie specificatamente realizzate per questa tipologia di chiusura. Completamente differente per forma e tipologia il tappo Stelvin, chiamato comunemente tappo a vite. Molto utilizzato nei paesi del nuovo mondo (Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa e Americhe), per la scarsa reperibilità del sughero ed i conseguenti alti costi determinati dall’importazione, il tappo Stelvin è sempre più utilizzato anche in Europa, specialmente in Germania e nel nord Italia. Costituito da una guaina esterna di alluminio, sulla cui sommità è presente una filettatura, ed internamente da una guarnizione, non necessità di cavatappi. Il tappo Stelvin permette la preservazione degli aromi e dei profumi del vino e viene scelto prevalentemente dai produttori che vogliono mantenere pressoché inalterati i loro vini, garantendone al tempo stesso una lunga conservazione. Totalmente al riparo da pericoli di odori sgradevoli, i moderni tappi Stelvin consentono comunque un microscopico scambio di ossigeno, permettendo di conseguenza lo sviluppo di aromi determinati dall’evoluzione e maturazione del vino. Nonostante i maggiori aspetti positivi rispetto a quelli negativi, incontra ancora diverse difficoltà nella sua diffusione commerciale, soprattutto in determinate aree geografiche, a causa di un retaggio culturale che associa al tappo in sughero un vino di livello superiore, ed al tappo a vite un vino di bassa qualità. Naturalmente in questo breve escursus non potevamo non parlarvi delle alternative “green”, come ad esempio il tappo Green Line Nomacorc, totalmente biodegradabile e compostabile, prodotto in biopolimeri derivati da materiali naturali come la canna da zucchero. Il tappo Nomacorc risulta idoneo alla conservazione ed evoluzione del vino, permettendone la micro-ossigenazione, è esente dai difetti legati alle malattie del sughero ed è attualmente una delle soluzioni predilette dai produttori orientati verso un’agricoltura biologica ed eco-sostenibile, mantenendo al contempo il fascino di poter stappare una bottiglia con abilità e maestria. Nonostante le varie proposte sul mercato, la ricerca del tappo perfetto non si è ancora conclusa, e scienza e tecnologia sono sempre al lavoro per identificare la migliore soluzione. Nel frattempo c’è chi ne coglie l’aspetto ludico e divertente, trasformando i tappi in idee per gadget originali, o chi come noi ne ha fatto una mascotte come Tappo-Matto e Tappetta, compagni leggeri e spiritosi per viaggiare in un calice di vino… senza perdersi in un bicchiere d’acqua.