Download Free Audio of Mi presentai alla villa del Conte Gualtieri che er... - Woord

Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

Mi presentai alla villa del Conte Gualtieri che era mezzogiorno. Ero stato a sbrigare alcune commissioni in banca: un versamento, un paio di bonifici e qualche bollettino. Niente che non potessi fare online, ma il Conte non ha mai attivato il servizio di Home Banking, per due motivi: 1) il servizio richiedeva 5€ al mese sul canone del conto corrente, e: 'ogni euro risparmiato è un euro guadagnato'; 2) tutto quello che è online per lui si può fare tranquillamente senza sforzi, e nello stesso tempo, nel mondo fisico. Tutto vero, soprattutto quando a fare le file per la cassa è qualcun altro al tuo posto. Dopo la banca ero stato anche a ritirare il gruppo di quotidiani che il Conte spulciava meticolosamente ogni mattina: La Repubblica, Il Corriere della sera, Il Manifesto; tanto per guardare il mondo da un lato ben preciso. 'Una notizia è più fresca se odora di carta' sosteneva ogni volta che cercavo di convincerlo a leggere le notizie su internet. Un giorno provai a dimostrargli che avevo ragione raccontandogli in anticipo tutte le notizie che avrebbe trovato sul giornale del mattino leggendogliele direttamente sullo smartphone prima di andare in edicola. 'Mi fa piacere saperlo' mi disse, 'ma ora ho bisogno dei miei giornali per essere sicuro che sia vero'. Una battaglia persa in partenza. Quando entrai nello studio il Conte era impegnato nella solita partita a scacchi con Giotto, il suo Labrador. A vederlo seduto compostamente al tavolino con gli occhi sulla scacchiera a nessuno sarebbe potuta balenare per la testa l’idea che un cane non possa essere in grado di giocare e muovere le pedine. “Novità interessanti?” Chiese il Conte mentre sistemavo a ventaglio i quotidiani sulla sua scrivania. “Niente che non abbia già letto ieri sera sul telefono” risposi sedendomi sul divano di fianco alla libreria concentrandomi sugli ultimi messaggi di Whatsapp ricevuti dal gruppo del calcetto. “Sono quelle diavolerie a togliere la pazienza al mondo.” Continuai a trastullarmi con il telefono fino a che non si alzò dal tavolino degli scacchi e andò a sedersi alla scrivania. Anche Giotto scese dalla sedia con un balzo e andò a distendersi sul cuscino di pelliccia accanto al camino. “Chi ha vinto?” Chiesi andando a sedermi alla mia scrivania di fianco la finestra. “Giotto.” “È la terza volta questa settimana.” Dissi con un sorriso sotto i baffi. Non ho mai capito se il Conte sapesse che giocava contro se stesso o pensasse davvero di giocare contro il suo cane. Per non prendere in considerazione l’idea che Giotto il cane sapesse davvero giocare a scacchi, la mia mente da uomo comune non riuscirebbe a metabolizzarla. “Ero distratto. Mentre eri in banca ha chiamato la mia cara amica Sara Poli.” Ogni nostro cliente il Conte lo definiva un suo grande amico, diceva che era più elegante. “Ha detto di aver smarrito un costoso medaglione e vorrebbe il nostro aiuto per ritrovarlo.” Aggiunse. “immagino che smarrito sia il modo gentile di dire derubato?” “Smarrito è il modo corretto per dire che non riesce più a trovarlo. Ho eliminato dal termine l’idea di Sara, ancora soggettiva e priva attualmente di prove, che il medaglione sia stato rubato.” “Ma noi pensiamo che sia stato rubato?” “Da quando in qua andiamo in fretta e furia a casa di qualcuno se non pensiamo che ci sia un caso da risolvere?” “Direi mai, considerando che il nostro pagamento arriva solo dopo averlo risolto il caso. E quando andiamo se siamo di fretta?” “Subito” disse il Conte ripiegando con cura uno dei quotidiani che aveva sfogliato, “ma prima fermiamoci nel salone, mezzogiorno è già passato e non vorrei arrivare all’ora del pranzo senza un mezzo Negroni in corpo.” Gli impegni giornalieri imprescindibili del Conte erano quattro. I quotidiani al mattino, la partita a scacchi con Giotto e due mezzi Negroni. Uno subito dopo mezzogiorno e uno alle ventidue in punto. Della miscelazione del Negroni mi sono sempre occupato io, con grande maestria.