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Ibidem. L'articolo poi prosegue evidenziando «un altro importante capitolo alla voce "entrate", i contributi annuali che le conferenze episcopali di tutto il mondo e gli ordini religiosi devono inviare per concorrere al mantenimento della Curia romana in ottemperanza al canone 1271 del Codice di diritto canonico: nel 2007 sono stati inviati circa 90 milioni di euro, poco di più rispetto al 2006. "Spese, personale, perdite": le spese più consistenti della Santa Sede, rivela il rendiconto consolidato 2007, sono quelle relative al personale che lavora in Vaticano, nelle nunziature apostoliche (ambasciate del papa) e nei mezzi di comunicazione (Radio vaticana, "L'Osservatore Romano", Centro televisivo vaticano). Fino a tutto il 2007, i dipendenti e pensionati (sia laici sia religiosi) stipendiati sono stati rispettivamente 2748 e 466. La forza lavoro risulta formata in gran parte da personale laico (1212 uomini e 425 donne), preti (778) e religiosi (243 frati e 90 suore), che sono costati complessivamente 77 milioni di euro in stipendi e oltre 100 milioni di euro tra pensioni, sanità e altri benefit. Per il mantenimento dei venti cardinali che lavorano nella Curia di Roma (stipendi, tasse, spese di segreteria) nel 2007 sono stati superati di poco i 3 milioni di euro. La gran parte dei dipendenti (1974 lavoratori fino a tutto il 2007) lavora negli uffici del "governo centrale" della Santa Sede, a partire dalla segreteria di Stato retta dal cardinale Tarcisio Bertone, nelle congregazioni vaticane (ministeri) e nei pontifici consigli. Solo a Propaganda Fide, che per tradizione gode di autonomia finanziaria e giuridica, lavorano circa 160 persone. Per questi enti, ai quali nel rapporto vengono aggiunti anche i dipendenti della diocesi di Roma e determinate istituzioni per la formazione del clero, lo scorso anno sono stati spesi 29,7 milioni di euro. Mentre le quattro istituzioni mediatiche (Radio vaticana, "L'Osservatore Romano", Centro televisivo vaticano, Libreria editrice vaticana) contano 600 dipendenti, 367 dei quali lavorano alla Radio vaticana per la quale nel 2007 sono stati spesi 24,3 milioni di euro, circa mezzo milione in più rispetto al 2006. Cifre tutte in "uscita" perché l'emittente pontificia non ha né pubblicità, né canone. In perdira anche "L'Osservatore Romano" che nel 2007 ha chiuso con 4,8 milioni di euro in "rosso". In controtendenza il Centro televisivo vaticano (Ctv) e la Libreria editrice vaticana che lo scorso anno hanno avuto bilanci in attivo. Per le centonovanta nunziature apostoliche e le diciassette rappresentanze pontifìcie accreditate presso organismi internazionali (Onu, Ue) nel 2007 sono stati investiti 20,1 milioni di euro. "Obolo di san Pietro": un discorso a parte occorre fare, infine, per l'Obolo di san Pietro, l'offerta annuale che il 29 giugno (festività di san Pietro e Paolo) i fedeli di tutto il mondo inviano al papa per "opere di carità". E una "entrata" che non viene mai contabilizzata nei bilanci ufficiali della Santa Sede, essendo di esclusiva e personale competenza del pontefice. E, pertanto, non viene citata nemmeno nel rendiconto consolidato del 2007 pubblicato da "The Tablet". Stando, comunque, alle cifre diffuse dal Vaticano, nel 2007 all'Obolo papale sono stati offerti 79 milioni e 840mila dollari Usa, in calo rispetto ai 101 milioni e 900mila dollari Usa del 2006, finora l'anno boom dell'era Ratzinger». Bruno Bartoloni, «Sette milioni per funerale e Conclave. Chiude in attivo il bilancio del Vaticano», in «Corriere della Sera», 13 luglio 2006. Joseph Ratzinger, Einführung in das Christentum, edizione Queriniana-Vaticana, 2005. Brillante definizione coniata dal settimanale «Milano Finanza», ne «I segreti dei Ratzi-banker», 26 aprile 2008. Franco Bechis, «Scontro sulla banca santa», in «ItaliaOggi», 8 settembre 2006.