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niera e la forza del leone me la sento tutta nel sangue. Per questo devo essere stato un leone e per questo mi chiamo Leo. Leo in latino significa "leone". Leo rugens: "leone ruggente". Comunque faccio la prima liceo classico e ho superato quarta e quinta ginnasio quasi indenne. Primo anno, debito in greco e matematica. Secondo anno solo greco. Il greco è la verdura della scuola. Amara e utile solo al transito intestinale, cioè a fartela sotto il giorno dell'interrogazione... Ma la colpa è stata della Massaroni. La prof più pignola e spietata della scuola. Ha una pelliccia di cane: sempre, solo, unicamente quella. Si veste in due modi: con la pelliccia di cane d'inverno, autunno e primavera. In estate... con la pelliccia di cane estiva. Ma come si fa a vivere così? Forse è stata un cane nella vita passata? Mi diverte assegnare le vite passate alle persone, perché aiuta a spiegare il loro carattere. Beatrice, per esempio, deve essere stata una stella nella vita passata. Sì, perché le stelle hanno una luminosità accecante attorno: le vedi da lontano a milioni di anni luce. Sono un concentrato di materia rossa incandescente e luminosa. E Beatrice è così. La vedi a centinaia di metri di distanza e brilla con i suoi capelli rossi. Chissà se un giorno riuscirò a baciarla. A proposito, fra poco è il suo compleanno. Magari mi invita alla festa. Oggi pomeriggio vado alla fermata davanti a scuola, così la vedo. Beatrice è vino rosso. Mi ubriaca: io la amo. 24 Quando nel pomeriggio hai la partita del torneo non c'è tempo per nient'altro. Devi prepararti mentalmente e assaporare l'emozione con calma. Ogni gesto diventa importante e deve essere perfetto. Il momento che preferisco è indossare i calzettoni, che lentamente ti carezzano gli stinchi, come un'armatura antica, come i gambali di un cavaliere medievale. Gli avversari di oggi sono di seconda B. La sezione dei figli di papà. Li dobbiamo fare neri. Pirati contro Figoni. L'esito è certo, ma il numero di morti no. Ne faremo fuori il più possibile. L'erba sintetica del campo di terza generazione mi titilla ogni fibra del corpo. Ed eccoci brillare nel pomeriggio autunnale, ancora caldo, nella nostra maglia rossa con il teschio al centro e la scritta "Pirati" sotto. Ci siamo tutti: Niko, Ciuffo, Stanga e Spugna, che più che un portiere sembra una porta blindata. Abbiamo l'atteggiamento giusto. Questo fa la differenza. Quegli altri sono pieni di brufoli e più che i Figoni sembrano gli Sfigatoni. Non hanno neanche il tempo di capire con chi devono vedersela e già li mettiamo sotto di due goal. Uno lo segna Niko e uno io. Due veri pirati dell'area di rigore. Uno sa sempre dove si trova l'altro, anche ad occhi chiusi, schiena contro schiena come due fratelli. Mentre esulto dopo il mio tiro all'angolino velenoso e pre25 ciso mi accorgo di Silvia seduta a guardare la partita con altre compagne: Erika-con-la-kappa, Elettra, Stanga, Eli, Fra e Barbie. Parlano fra di loro. Come sempre. Della partita non gliene importa niente alle ragazze. Solo Silvia applaude al mio goal. E io le mando un bacio, come fanno i grandi calciatori che ringraziano la curva. Un giorno ci sarà Beatrice a mandarmi quel bacio. Le dedicherò il mio goal più bello e correrò verso il pubblico per mostrare a tutti la mia maglietta con su scritto "I belong to Beatrice". 26 È morto il marito della Argentieri. Non la vedremo più: ha deciso di anticipare il suo ritiro. È distrutta. Certo, ha due figli che le stanno vicino, ma il marito era la ragione della sua vita, perché la storia e la filo non lo erano più da un pezzo. Il Sognatore rimane con noi: i supplenti decisamente portano sfiga... pur di trovare lavoro fanno morire i mariti delle povere insegnanti. Comunque sia, dobbiamo andare al funerale del marito della Argentieri e io queste cose non so proprio come si fanno. Non so come vestirmi. Silvia, l'unica donna di cui mi fido nelle questioni di stile, mi dice che devo mettermi roba scura, tipo maglione blu e camicia. Anche i jeans vanno bene, visto che non ho pantaloni. In chiesa c'è un sacco di gente della scuola. Io mi siedo negli ultimi banchi perché non so neanche quando devo stare in piedi e quando devo stare seduto. E poi se incontro la prof? Cosa si dice in queste situazioni? La parola condoglianze - si pronuncia così? - mi suona volgare. Meglio rimanere nell'oscurità, mi confondo nel gruppo: invisibile e insignificante. Il funerale è celebrato dal sacerdote che è anche il mio prof di religione: Gandalf, con il suo corpo minuto, quasi tascabile, e un milione di rughe pacifiche e vivaci, a causa delle quali tutti a scuola lo chiamano Gandalf, come lo stregone del Signore degli Anelli.