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Cesare è acclamato dalla folla egiziana. Promette la pace dietro richiesta della moglie di Pompeo, e del giovane figlio, Sesto. Il generale di Tolomeo, Achilla, si avvicina e dichiara l’amicizia di Tolomeo a Cesare. Per dimostrarla uno dei suoi seguaci si fa avanti con la testa di Pompeo. I romani sono inorriditi e Cesare furiosamente denuncia la crudeltà di Tolomeo, ordinando ad Achilla di annunciare al suo capo il suo immediato arrivo. Nel suo dolore Cornelia cerca di uccidersi, ma Sesto e Curio glielo impediscono. Sesto, poi, l’assicura che vendicherà la morte di suo padre. Cleopatra ha avuto notizia dell’uccisione di Pompeo e decide di farsi aiutare da Cesare a confermare la sua autorità assoluta su Egitto. Tolomeo la sorprende e deride la sua pretesa. Cleopatra suggerisce che Tolomeo potrebbe aver maggior successo con le donne che alla guida del suo popolo. Achilla riferisce a Tolomeo la reazione di Cesare al suo dono e giura che distruggerà Cesare purché Cornelia sia sua. Tolomeo promette di vendicarsi su Cesare per il suo insulto. Cesare contempla l’urna che contiene le ceneri di Pompeo. Cleopatra gli si presenta nei panni della sua dama di compagnia, Lidia. Si appella a Cesare perché raddrizzi i torti fatti a Cleopatra da suo fratello e Cesare, sopraffatto dalla sua bellezza, acconsente di buon grado. Mentre Cleopatra sta per partire entra Cornelia che piange il consorte. Quando Cleopatra si accorge che Cornelia e Sesto hanno deciso di uccidere Tolomeo offre loro il suo aiuto, pur mantenendo il suo travestimento. Pregusta il successo e propone che il suo fido consigliere, Nireno, li introduca nel palazzo. Nonostante Tolomeo riceva Cesare in grande splendore, l’uno diffida dell’altro e Tolomeo progetta di uccidere Cesare quella stessa notte. Cesare intuisce l’inganno. Cornelia e Sesto vengono poi introdotti e Sesto sfida a duello Tolomeo. In risposta Tolomeo fa arrestare tutti e due, mandando Cornelia a lavorare nei giardini dell’harem come schiava ed imprigionando Sesto nel palazzo. Achilla dice a Cornelia che potrebbe renderle più facile la vita se lei lo amasse, ma Cornelia lo respinge con sdegno. Madre e figlio vengono separati l’uno dall’altra. Atto Due Cleopatra ha preparato un trattenimento a sorpresa per Cesare. Gli si presenta in un giardino del palazzo come la Virtù in trono nel Parnasso, circondata dalle nove Muse, e canta la famosa aria, “Lamenting, complaining of Caesar’s disdaining”. Cesare è incantato e seguendo Nireno entra nelle sue stanze. Cornelia riflette con tristezza sulla sua disgrazia ma nulla potrebbe persuaderla ad accettare le proposte di Achilla. Manda in furia anche Tolomeo rifiutandosi di ascoltare le sue proteste d’amore. In disperazione è pronta a gettarsi alle tigri che stanno a guardia del serraglio. Improvvisamente entra Sesto che è sfuggito alla prigionia e Cornelia è rinfrancata dalla sua determinazione di liberarla. Sesto giura di vendicarsi di Tolomeo. Cleopatra attende Cesare ardentemente. Pretende di dormire mentre egli entra e così, nascostamente, lo sente dichiarare il suo amore per lei. Mentre egli parla di matrimonio, Cleopatra si sveglia: Cesare viene colto di sorpresa e la sua apparente riluttanza la sconvolge. In quel momento Curio li interrompe con la notizia che gli uomini di Tolomeo stanno perlustrando il palazzo con l’intento di uccidere Cesare. Cleopatra li sorprende rivelando la sua vera identità, ma neppure lei è in grado d’intercettare gli accoliti di suo fratello. Cesare asserisce il suo coraggio e corre a fronteggiare i suoi nemici. Cleopatra rimane in ascolto della mischia e prega per la salvezza di Cesare. Atto Trei Cesare è stato sopraffatto nella lotta ed erroneamente si ritiene che sia affogato in mare. Cleopatra ha dichiarto guerra a Tolomeo ma è stata sconfitta e catturata. Tolomeo denuncia la sua innaturale condotta e la pone in catene. In disperazione Cleopatra contempla la sua improvvisa disgrazia nel famoso lamento, “Flow, my tears”. Cesare ricorda la sua sconfitta e pensa a Cleopatra. Curio e Sesto si avvicinano ma prima di vedere Cesare trovano Achilla che è mortalmente ferito. In punto di morte egli confessa di avere ucciso Pompeo e di avere tentato di assassinare Cesare. Racconta anche di aver voltato giubba quando Tolomeo gli ha rifiutato di portarsi via Cornelia promessagli in premio. Achilla poi consegna a loro un anello che darà loro il comando delle sue forze ed il permesso di entrare nel palazzo per uccidere Tolomeo. Cesare si avanza ed afferra l’anello: i tre romani sono felicemente riuniti e decidono di andare a salvare Cornelia e Cleopatra. Cleopatra esorta i suoi servitori a fuggire prima che suo fratello li faccia uccidere. Sente il fragore delle armi e si prepara alla morte, ma è Cesare che entra con la spada in mano per abbracciarla e portarla in salvo. Dinanzi alle legioni e al popolo di Alessandria radunati Cesare viene salutato quale Imperatore di Roma. Sesto gli descrive come ha ucciso Tolomeo e Cornelia offre a Cesare le regie insegne d’Egitto. Volgendosi a Cleopatra Cesare l’incorona Regina d’Egitto ed insieme, in mezzo al giubilo generale,essi proclamano il loro eterno amore.