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La pedagogia è una disciplina che studia l’educazione anche se non è stata sempre tale. Tre sono gli orientamenti che hanno contribuito a dare una definizione della pedagogia: • Teoretico-Speculativo; • Clinico-Esperienziale; • Empirico-Sperimentale. 1. La pedagogia, sin dalla sua origine, ha adottato un punto di vista di natura teoretico- speculativa che studia i principi filosofici, morali e politici che guidano le azioni educative. 2. Secondo il principio clinico-esperienziale la pedagogia si basa su elementi che riguardano il vissuto e la cura delle persone, ma principalmente dei bambini e degli adolescenti che crescono e si “introducono” alla vita adulta. 3. La nascita della Pedagogia sperimentale è da ricondurre all’adozione, di un orientamento empirico-sperimentale, che si basa sull’utilizzo di un metodo induttivo, finalizzato allo studio degli eventi nelle varie azioni educative; pertanto, esso rappresenta un vero e proprio approccio innovativo. Tale disciplina nasce nella seconda metà dell’800, in pieno periodo positivista, quando si sviluppano le scienze sociali come la psicologia, la sociologia e l’antropologia culturale. Prima di questo periodo, dunque, la pedagogia era filosofia dell’educazione, dal momento che non studiava in modo empirico i fatti di natura educativa. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 11 Università Telematica Pegaso Nozioni introduttive di Pedagogia Sperimentale 2 Gli oggetti educativi di riflessione e di studio L’educazione è coeva alla storia dell’uomo, infatti, le pratiche che hanno aiutato i bambini e i giovani ad inserirsi nella vita adulta, nascono con l’uomo e con la sua tendenza alla socializzazione. Gli oggetti della pedagogia in generale e, nello specifico, della pedagogia sperimentale sono: • gli eventi educativi; • i processi formativi; • i contesti comunicativi. Quando si parla di eventi educativi è opportuno distinguere tra fatti reali (accadimenti), fatti vissuti dalle persone (eventi) e azioni intenzionali. I romani distinguevano fra l’accadimento e l’evento definendo il primo, id quod évenit (ciò che accade nella realtà), e l’evento, id quod cuique evènit (ciò che è accaduto ad un soggetto). L’accadimento diviene un evento nel momento in cui entra a far parte dell’esperienza personale. Possiamo dire che dal punto di vista dell’evento educativo, vi sono dei fatti reali di cui conosciamo l’esistenza, ma solo nel momento in cui vi prendiamo parte essi diventano eventi significativi. Ci sono, poi delle azioni intenzionalmente prodotte per essere educative si pensi, ad esempio, alle azioni intenzionali che si svolgono all’interno delle scuole e delle università, dove obbligatoriamente si producono interventi di natura educativa e formativa. Esiste, dunque, una differenza tra eventi che riguardano i fatti reali, eventi che riguardano i fatti vissuti e quelli vissuti come fatti intenzionali. Questi tre elementi costituiscono l’oggetto di studio della pedagogia sperimentale La seconda area di studio riguarda i processi formativi, che vanno distinti dagli eventi, perché essi avvengono all’interno di azioni che si svolgono indipendentemente dall’educazione. I processi formativi si distinguono in: • crescita biologica e allevamento; • inculturazione e socializzazione; • apprendimento e istruzione; • formazione umana e professionale La crescita biologica e l’allevamento, accomunano l’uomo agli altri animali. Naturalmente è possibile, studiare cosa avviene nel periodo di vita iniziale dei bambini da un punto di vista educativo, senza dimenticare che esistono dei processi evolutivi cosiddetti “naturali”, i quali avverrebbero comunque anche in mancanza di interventi educativi specifici così come avviene, appunto, per le altre specie animali. Altri processi sono quelli di inculturazione e di socializzazione. Infatti, ogni soggetto viene al mondo in una determinata società, in una precisa zona geografica del mondo, in cui esistono differenti culture, differenti religioni e modi di pensare. All’interno di questa organizzazione sociale, si acquisiscono conoscenze, regole di vita, sistemi di pensiero, che sono spesso del tutto indipendenti da processi specifici di istruzione. Altro caso di processo educativo è quello in cui l’apprendimento di conoscenze, di abilità, di competenze, è organizzato all’interno di strutture formali di istruzione come la scuola. Il secolo scorso è stato definito “il secolo della scuola”: la scuola si è estesa in tutto il mondo, dapprima riferita solo al grado primario, interessando successivamente quello secondario, sino ad approdare all’università. È un fenomeno recentissimo quello di un’organizzazione dell’istruzione che permette di guidare, di migliorare, di direzionare i processi dell’apprendimento L’ultimo tipo di processo formativo riguarda quella che possiamo chiamare la formazione umana e professionale connessa, ovviamente, ai contesti lavorativi. Gran parte della nostra vita, infatti, è riferita all’acquisizione di competenze per svolgere un mestiere, una professione. Anche in questo caso esiste una crescita umana legata al fatto che si diventa produttivi per la società. La terza area degli oggetti di studio, riguarda i contesti comunicativi, che vanno tenuti distinti dai processi formativi e dagli eventi educativi. Il primo contesto di comunicazione educativa è sicuramente la famiglia e i gruppi sociali ad essa collegati. In questi contesti è possibile effettuare una ricerca pedagogica al fine di capire come avvengono i processi comunicativi e che tipo di influenza hanno questi contesti rispetto all’educazione. Un altro contesto comunicativo-sociale è la scuola. La scuola è un’istituzione artificiale, all’interno della quale lo svolgimento dei processi formativi e lo studio degli eventi educativi sono dipendenti dalla organizzazione del contesto stesso e, quindi, possono essere studiati in modo specifico adottando tecniche, metodi e strumenti. Un altro contesto da prendere in considerazione è quello delle organizzazioni del lavoro. Esse non sono, evidentemente, finalizzate all’educazione ma alla produzione di oggetti, di beni o di servizi. È importante capire quali sono, all’interno di queste organizzazioni, i processi di natura formativa e quindi di diffusione non formale della cultura. Fino a qualche tempo fa la pedagogia si occupava solo dei bambini e dei giovani. Al giorno d’oggi, con la diffusione della formazione continua, life long learning, si è in grado di studiare come gli adulti si sviluppano, da un punto di vista educativo, all’interno delle organizzazioni di lavoro, e quale contributo essi possono dare all’evoluzione, all’innovazione, alla competizione delle imprese in una società globalizzata, come questa attuale in cui, non essendoci più chiusure culturali di sorta, la sfida è totalmente aperta. Un altro ambito importante è rappresentato dai luoghi sociali del tempo libero. In tutte le società, infatti, si assiste al passaggio da un’idea dell’uomo inteso come semplice cittadino, all’idea che lo considera, invece, come consumatore, non solo di beni materiali, ma anche immateriali quali sono, appunto, quelli coltivati nel tempo libero (es: arte, musica, turismo).Ebbene, in questi luoghi sociali, si attuano processi educativi (si pensi, ad esempio, alla funzione educativa dei musei, delle rassegne teatrali, cinematografiche, artistiche, etc). Un ultimo contesto da prendere in considerazione è quello degli ambienti mediali e multimediali, come Internet, che possono essere definiti una “seconda realtà” oltre quella che viviamo concretamente a livello sociale. I mass media ci propongono una interpretazione quotidiana e in tempo reale di ciò che succede nel mondo. Questa interpretazione costruisce per noi i modelli con cui giudichiamo e comprendiamo la prima realtà. Con Internet, possiamo dire, che si è addirittura costruita un’immagine speculare della realtà in cui viviamo:”Second life” è un grande gioco in cui milioni di persone hanno ricostruito un mondo speculare in cui agire. Quali sono i paradigmi con cui viene affrontato lo studio di questi oggetti e contesti educativi? La Pedagogia sperimentale si avvale dell’adozione di due paradigmi: 1. il paradigma neopositivista; 2. il paradigma fenomenologico-ermeneutico. Secondo il paradigma Neopositivista la realtà materiale e sociale esiste realmente e quindi è conoscibile seppure solo in maniera imperfetta e probabilistica.