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Buonasera cosa ho suonato scale che sono uno degli argomenti forse più drammatici della teoria delle improvvisazione . La ragione per cui è così complicato è ed è stato sempre molto molto difficile spiegare ai ragazzi che in realtà le scale non sono tantissime che in realtà sono tantissime sono tante ma prima di tutto quelle che si usano per improvvisare. in gran parte del linguaggio jazzistico improvvisativo ma comunque popolare in senso generale non sono tantissime. anzi sono pochissime. E il problema non è come una volta un uomo saggio disse le duemila scale che non sai ma le 2000 ore che non hai passato a suonarne una perché la questione non è quante scale di quante scale noi conosciamo l'esistenza o quante scale sappiamo come sono costituite da un punto di vista teorico. La questione fondamentale è quante scale riusciamo a vedere istantaneamente in relazione all'accordo e quanto il nostro cervello riesce a immaginare melodie all'interno di quegli oggetti all'interno di quelle scale. Io faccio sempre un esempio. In realtà sembra impossibile a parte un si naturale ad un certo punto mi è scappato il dito ma sostanzialmente ho suonando solo la scala di fa maggiore. Questo per fare un esempio quindi all'interno di un solo oggetto una scala un insieme tonale ci sta un sacco di roba e un sacco di possibilità di sviluppi sia armonici che melodici. Quindi un singolo oggetto diatonico è fonte un serbatoio di miliardi di possibilità che uno se non passa molto tempo a esplorare questi luoghi non ha modo di immaginarli. Non sa che esistono. Non sa come suonano. Questo è il primo grande problema. E poi c'è un'altra grande questione legata invece a questa proprio fantomatica questione dei modi che affronteremo in un altro video dove c'è a mio parere un errore didattico cioè proprio un errore di inquadramento teorico della questione e che quindi crea molta confusione perché c'è una teoria e poi quando uno va ad applicare questa teoria in realtà poi non suona non funziona e quindi i ragazzi in genere come spesso fanno invece di pensare che l'informazione che avevano o che hanno ricevuto non è esatta. Credono invece di essere loro inadatti loro di non avere le capacità. Questa cosa è assolutamente falsa e non ci sono capacità speciali naturali genetiche o biologiche di nascita c'è semplicemente il frutto di un allenamento che si fa in un certo tempo. Non è una questione si risolve in un'ora. Detto questo: fatto questo impianto diciamo pedagogico oserei dire, direi affrontiamo la questione. C'è una famosa intervista in cui un chitarrista strepitoso che credo tutti quanti conosciamo Scofield dice con grande innocenza. Io in realtà questa questione delle scale non è che l'ho mai capita perché io da quando ho cominciato a improvvisare sono fondamentalmente tre scale più una le scale sono la scala maggiore la scala minore melodica la scala diminuita più la pentatonica che è una scala in realtà particolare molto usata. Quindi se noi diamo fiducia a Scofield o andiamo ad analizzare poi in realtà un solo di chi volete voi. Rollins Brecker. Parker Bill Evans Jarrett Petrucciani vediamo che in realtà 90 95 98 per cento delle volte suonano sostanzialmente queste tre scale e fanno cose meravigliose. Che cosa significa. Significa che loro suonano questi insiemi sanno perfettamente cosa possono tirare fuori o tanta roba magari non tutta ma tanta roba che possono costruire creare con questi oggetti perché si sono allenati e hanno esplorato per molto molto molto tempo questi insiemi diatonici questi insieme di note su situazioni armoniche diverse su vari accordi su vari tempi su varie situazioni. Questo è il mio consiglio. Vivo è un consiglio che do io ma che danno moltissimi altri docenti di improvvisazione e maestri di improvvisazione e quindi vi consiglio di guardare ora i prossimi video in cui in un video trattiamo la scala minore melodica e in un altro video trattiamo una scala diminuita. Poi c'è un altro video ancora in cui invece trattiamo la scala maggiore con la questione modi che andiamo ad affrontare in maniera secondo me più funzionale. Ripeto come sempre io non sostengo assolutamente che ci siano modi giusti e modi sbagliati. Ci sono modi più funzionali e modi meno funzionali di guardare le cose. Quindi al di là della bellezza e della complessità teorica noi dovremmo cercare di adottare modelli che ci facilitano in quello che vogliamo fare e quello che in genere vogliamo fare non è costruire trattati enciclopedici della meccanica delle note dei massimi sistemi musicali ma è suonare quindi il modello da adottare e quello che ci rende più semplice più approcciabile più comodo il nostro suonare qualsiasi tipo di genere di musica vogliamo suonare alla prossima. Buon lavoro.