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L’etimologia del termine “didattica” rimanda all’insegnare e all’apprendere, processi che caratterizzano la scuola, istituzione politicamente e socialmente preposta alla formazione dei futuri cittadini. Non è possibile quindi isolare l’idea di didattica da contesti culturali, rappresentazioni teoriche sull’apprendimento e insegnamento, luoghi e istituzioni, politiche, scelte economiche e valoriali. Il termine “didattica” appare con J.A. Comenio (1592-1670) al quale va attribuita la prima sistematica riflessione sulle finalità, i metodi e gli strumenti per l’insegnamento. “Questo autore, partendo da una forte tensione etica e religiosa, propose in maniera organica e sistematizzata, per la prima volta nella storia del pensiero occidentale, una teoria che connetteva la riflessione sull’uomo (quindi l’aspetto antropologico) con le considerazioni sulla natura della conoscenza (aspetti gnoseologici) e con le soluzioni pensate per l’organizzazione dei fini dei mezzi, dei contenuti di insegnamento. La conseguente elaborazione di una proposta di percorso educativo fondato su scansioni temporali precise, su strumenti metodologici opportuni e idonei, su un’adeguata declinazione dei contenuti qualificava, all’interno della teoria di Comenio, la scuola come istituzione privilegiata ai fini della trasmissione delle conoscenze e dell’acculturazione delle nuove generazioni” (Seveso, 2003, 20-21)1. Nel corso del Cinquecento e Seicento la scuola divenne l’istituzione che, accanto all’azione della famiglia, era maggiormente preposta a far acquisire competenze che stavano divenendo più complesse e specialistiche e a consentire l’interiorizzazione delle norme sociali e dei comportamenti socialmente accettabili. Il bisogno di dare un’organizzazione alla vita comune si concretizzava nella creazione di forme di gestione dei processi educativi, formativi e di istruzione. Università Telematica Pegaso La Didattica: origini e dualismi Si profila, a partire da quel periodo, il binomio promuovere e controllare che costituisce uno degli assi sui quali si è sviluppata la didattica. La finalità fondamentale della scuola è identificabile nello sviluppo di comportamenti che siano adeguati alla società e che le conoscenze da acquisire siano utili per poter partecipare attivamente a un processo collettivo. Occorre quindi attivare processi che mettano gli insegnanti nella condizione di far apprendere e controllare l’apprendimento degli studenti, e nel contempo permetta agli studenti di imparare e di diventare progressivamente capaci di regolare il proprio apprendimento. Promuovere significa dare avvio, sostenere, ma, come è ben evidente dalla visione attuale sull’insegnamento, è necessario prendere in carico le caratteristiche di colui al quale è volto l’insegnamento. È sempre nel Cinquecento e Seicento che si afferma una fiducia nell’educabilità dell’infanzia, vista finalmente come un’età con caratteristiche, bisogni e interessi specifici e che abbisogna di un’attenta scelta delle strategie didattiche. 2 Le prime teorizzazioni sulla didattica L’attenzione al rapporto tra età e modalità di apprendimento era già chiara in Comenio e due sue proposte ne sono la manifestazione: la gradualità e la scelta dei contenuti. Secondo Comenio la scuola doveva affrontare i medesimi contenuti ma renderne sempre più complessa la conoscenza. Egli ritiene, ad esempio, che se nella prima infanzia il mondo deve essere conosciuto attraverso l’esperienza, la sensorialità e il gioco, successivamente sia necessario passare ad un livello di formalizzazione che si avvalga di simboli riconosciuti e condivisi. Così come si può vedere dalla pagina tratta da 'Orbis Sensualium Pictus (1654)2, primo libro per l’infanzia curato dallo stesso Comenio, si nota una progressione che procede dall’ascolto dei versi degli animali, per giungere alla simbolizzazione del suono e successivamente all’uso in altri contesti dei medesimi simboli (in questo caso le lettere). Dai 6 ai 12 anni il bambino doveva essere occupato nell’apprendimento della lettura, della scrittura, matematica e i primi lavori manuali. Il percorso di istruzione diventava sempre più specifico nel periodo della scuola latina (ginnasio) e dell’accademia. I contenuti dovevano essere pochi ma trattati in modo ricorsivo per aiutare l’approfondimento nella direzione della comprensione dei fondamenti, delle ragioni e dei fini, non per creare un perenne accumulo di informazioni. Anche in questo caso il pensiero di Comenio dimostra tutta la sua attualità fornendo una risposta al dilemma che caratterizza la scuola: come scegliere tra il prescritto Università Telematica Pegaso La Didattica: origini e dualismi dei programmi che rischia di creare un sovraccarico di contenuti da memorizzare e un repertorio mirato di tematiche affrontate in modo approfondito, con il tempo necessario. Infine occorre richiamare la grandissima apertura che Comenio attribuiva alla scuola. Essa doveva essere aperta a “tutti gli uomini individualmente presi, giovani e vecchi, ricchi e poveri, nobili e non nobili, maschi e femmine” (da Pampaedia, Comenio)3: l’istruzione è per tutti e per sempre, non si esaurisce mai, è parte stessa del vivere umano e va alimentata a tutte le età. Da tutto ciò si profila un’idea di maestro che non è solo colui che conosce i contenuti delle discipline e li presenta ad altri, ma è colui che conosce e sa rispettare i ritmi di apprendimento, le esigenze e i bisogni dell’altro, che è capace di organizzare la didattica in modo tale che vi possa essere una maggiore integrazione fra le potenzialità di colui che apprende e l’oggetto da apprendere. Un maestro che vive tra il sapere, l’allievo: ecco già presente il triangolo pedagogico che Houssaye (1988) formulerà per introdurre le diverse posture che si sviluppano nelle interazioni fra questi tre componenti (dispensa I modelli Houssaye e Develay).