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Diapositiva successiva Approfondimento del MODULO 2 Gestione della sicurezza Diapositiva successiva S. G. S. L. : quali norme applicabili? Ambiente: norme serie UNI EN ISO 14001:2004 Sicurezza sul lavoro: O. H. S. A. S. 18001:2007 Linee guida UNI INAIL 2001 Possibili sistemi integrati Qualità, Ambiente, SSL La diapositiva serve a chiarire il fatto che ci sono analoghe norme ISO per qualità e ambiente mentre il corrispettivo per la sicurezza non è stato mai pubblicato: per questo motivo nella SSL si è affermata una norma inglese la O. H. S. A. S. 18001 che, sebbene strutturata in analogia ai sistemi per l’ambiente e la qualità, non ha la valenza di una norma internazionale come quelle ISO. In aggiunta alle prime 3 norme certificabili, in Italia sono state pubblicate le LG UNI INAIL che hanno lo scopo di indirizzare le organizzazioni allo sviluppo di un S. G. S. L. ma non sono certificabili da organismi di terza parte. Approfondimento: Linee Guida UNI INAIL su www.inail.it o www.uni.com Diapositiva successiva Documentazione del S. G. S. L. Manuale del S. G. S. L. Procedure Istruzioni operative Si illustra la catena della documentazione di un S. G. S. L. . Le linee generali del sistema sono descritte e dettagliate nel manuale che rimanda alla procedure per aspetti specifici (ad esempio: valutazione dei rischi, documentazione ecc.). Il dettaglio delle operazioni è infine descritto e regolamentato nelle istruzioni operative che entrano nel dettaglio degli aspetti di sicurezza di ogni singola fase lavorativa ritenuta a rischio. Diapositiva successiva Il Decreto Legislativo 231/2001 Il Decreto Legislativo 231 del 2001non si applica agli enti pubblici ma è applicabile alle società partecipate di enti pubblici (ANAS, SOGEI ecc.) Per esempio: il 231 del 2001non si applica a un comune ma si può applicare a una multiservizi di proprietà dell’Amministrazione comunale. Il Decreto Legislativo 231/2001 prevede sanzioni economiche e interdittive nei confronti dei soggetti coinvolti nelle ipotesi di reato previste. Per questo motivo la norma si rivolge solo ai privati in quanto non si potrebbero applicare sanzioni interdittive a soggetti pubblici che svolgono servizi di pubblica utilità (ospedali, scuole ecc.). Sono quindi espressamente esclusi dal campo di applicazione del 231/2001 lo Stato, gli enti pubblici territoriali nonché agli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale. Diapositiva successiva Efficacia esimente. Cos’è • L’Azienda, tuttavia, può esimersi dalla responsabilità per i reati del 231 del 2001se dimostra che l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato Modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi Il Decreto Legislativo 81 del 2008 indica all’Articolo 30 la O. H. S. A. S. 18001 e Linee guida UNI – INAIL come sistemi idonei a garantire l’efficacia esimente L’efficacia esimente è la capacità di un determinato sistema organizzativo di dimostrare il fatto che l’azienda ha messo in atto sistemi idonei a prevenire il reato. In un caso del genere rimangono inalterate le responsabilità individuali ma l’azienda, nel suo complesso, può essere sollevata da ipotesi di reato 231. L’Articolo 30 del Decreto Legislativo 81 del 2008 stabilisce appunto le caratteristiche dei sistemi di gestione atti a garantire l’efficacia esimente. Approfondimento: Decreto Legislativo 81 del 2008 Articolo 30 Diapositiva successiva Efficacia esimente e Articolo 30 Si da lettura del comma uno dell’Articolo 30 evidenziando che le parti dettagliate nei singoli commi sono comunque comprese nella parte cogente del decreto stesso. Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente…, per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: • al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; • alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; • alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; È necessario sgombrare il campo da un errore abbastanza diffuso: il fatto che esista l’Articolo 30 non significa che i S. G. S. L. siano obbligatori. L’Articolo 30 dice che se un’azienda vuole godere di una presunzione di innocenza rispetto ai reati 231 deve adottare un sistema con determinate caratteristiche. Diapositiva successiva Efficacia esimente e Articolo 30 Continua la lettura del comma uno dell’Articolo 30 evidenziando che le parti dettagliate nei singoli commi sono comunque comprese nella parte cogente del decreto stesso. • alle attività di sorveglianza sanitaria; • alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; • alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; • all’acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; • alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate. Diapositiva successiva Sistema sanzionatorio Si introducono le limitazioni di cui tener conto all’atto della definizione dell’apparato sanzionatorio aziendale. • Riguarda sia i soggetti apicali sia i soggetti sottoposti all’altrui direzione. • Va stilato considerando le limitazioni imposte dallo statuto dei lavoratori e dai vigenti CCNL per i lavoratori dipendenti • È necessario assicurare la massima consapevolezza dei lavoratori sulle proprie responsabilità ed alle Sanzione Diapositiva successiva Organismo di vigilanza • Vigila sull’osservanza del modello e sulla sua adeguatezza a prevenire i reati • Raccoglie informazioni ed accerta direttamente • Verifica il mantenimento del modello e se necessario ne propone l’aggiornamento Professionalità, Indipendenza, Continuità di azione. Uno o più soggetti – Nelle piccole imprese può coincidere con l’organo di vertice L’organismo di vigilanza è una struttura creata e gestita dall’azienda per sottoporre a controllo e supervisione il proprio modello organizzativo. Decreto Legislativo 231 del 2001- Articolo 6, comma 1, Lettera B.: L’organo dirigente deve aver affidato il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello e di curarne l’aggiornamento a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo. Il 231 del 2001non fornisce elementi dettagliati in merito alla composizione dell’ODV. Questo, in funzione delle dimensioni aziendali, del settore produttivo e della complessità del sistema adottato può essere composto da un unico soggetto o da più persone. L’unica indicazione esplicita della normativa riguarda la possibilità che, negli enti di piccole dimensioni, il ruolo e i compiti propri dell’ODV vengano assolti dall’organo dirigente (Articolo 6, comma 4). Diapositiva successiva Near misses – Quasi incidenti • Il near miss, o quasi incidente è un qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un danno alla salute e, per qualche motivo da indagare, non lo ha fatto; • Rientrano in questa categoria i piccolissimi infortuni che non devono essere registrati. I near misses sono i “campanelli di allarme” della prevenzione In questa categoria non rientrano solo i quasi infortuni ma anche tutti quegli eventi che non è detto avrebbero portato a eventi lesivi. Gli stessi riguardano la sicurezza, la salute e lo stato degli impianti. Possibile esempio: • rientrando al mattino in ufficio si trova una lastra controsoffitto che è caduta su una scrivania; • si tratta di un quasi infortunio perché se fosse accaduto di giorno avrebbe potuto investire una persona; • l’analisi dell’evento conduce a un esame del controsoffitto; • se si evidenziano problemi che erano stati trascurati si possono studiare interventi di sostituzione del controsoffitto. Diapositiva successiva Near misses – Quasi incidenti Su 1000 incidenti: • 3 sono infortuni con conseguenze rilevanti, • Circa 90 determinano effetti minori, • i restanti sono cosiddetti quasi infortuni o near misses o ancora "near loss" • episodi che, pur avendone il potenziale, non hanno prodotto danni I quasi infortuni sono proporzionalmente molto più numerosi, in rapporto di almeno 1 a 10, degli infortuni registrabili. Per ogni infortunio mortale ce ne sono circa 1000 minori Il rapporto pari a circa 1 a 10 tra infortuni mortali e complessivi emerge dall’analisi dei dati INAIL. Le altre statistiche portano a concludere che per ogni infortunio mortale ci sono almeno 10.000 incidenti la cui analisi potrebbe aver contribuito alla riduzione del rischio. Diapositiva successiva Near misses – Quasi incidenti Devono essere analizzati non soltanto gli "incidenti", intesi come eventi che producono danni a cose, ma anche: • la messa in atto di comportamenti pericolosi, • il mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro, • carenze strutturali, organizzative e tecniche. La definizione di near miss è molto ampia e comprende i comportamenti umani Si stima che il fattore umano sia il principale artefice degli incidenti sul lavoro con conseguenze di infortuni mortali. Per questo motivo è fondamentale insistere sull’analogia tra quasi incidenti e comportamenti errati.