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Diapositiva successiva Esempio di metodologia per la VDR Il rischio risulta calcolato come prodotto P per G = R con una rappresentazione a matrice Elevato da 12 a 16; Notevole da 8 a 9; Accettabile da 3 a 6; Basso da 1 a 2; Nell’analisi della matrice di esempio si introduce infine lo schema di classificazione dei rischi con la scala P per G che va da 1 a 16. Questa matrice, anche se molto diffusa, rappresenta una delle modalità possibili; il metodo adottato per la valutazione rimane, infatti, a discrezione del datore di lavoro. Diapositiva successiva Cosa si trova nel DVR • Descrizione ambienti; • Organizzazione di SSL; • Cicli produttivi; • Fattori di rischio e loro valutazione; • Profili di rischio per mansioni; • Programma di miglioramento. Piano di assegnazione dei DPI Piano di formazione Piano sorveglianza sanitaria Procedure operative Si illustrano in estrema sintesi i contenuti di un DVR “tipo”. In questo documento si devono trovare: • Informazioni su ambienti e cicli produttivi; • Informazioni sull’organizzazione della sicurezza aziendale; • Individuazione dei fattori di rischio; • Misure attuate e valutazione dei rischi; • Profili di rischio per mansioni; • Programma di miglioramento. Elementi gestionali direttamente collegati al DVR sono, almeno: • Il piano di assegnazione dei DPI per mansione; • Il piano di formazione per mansione; • Il piano di sorveglianza sanitaria per mansione; • Le procedure operative (con istruzioni, moduli ecc.). Diapositiva successiva Sistemi di gestione della SSL Un S. G. S. L. è un complesso di misure tecniche, organizzative e procedurali volte al miglioramento delle prestazioni aziendali sulla salute e sicurezza sul lavoro. Analogie con qualità e ambiente. I S. G. S. L. sono i sistemi di qualità applicati alla SSL In questo modulo non c’è modo di esaminare a fondo il tema dei S. G. S. L. che è particolarmente complesso. È importante comprendere che il S. G. S. L. sono il modo organizzativo e gestionale più completo per affrontare il tema della SSL. Gli S. G. S. L. non sono obbligatori se non nelle aziende a rischio di incidente rilevante e sono di difficile applicazione e ritenuti dispendiosI in termini di impegno di risorse umane e strumentali. Di contro, è ormai unanimemente ritenuto che questi sistemi siano un’efficacissima risposta al complesso problema della SSL. Diapositiva successiva Struttura O. H. S. A. S. 18001:2007 4.2 Politica SSL; 4.3.1 Identificazione del pericolo, valutazione del rischio e definizione dei sistemi di controllo; 4.3.2 Requisiti legali ed altri; 4.3.3 Obiettivi e programma ; 4.4.1 Risorse, ruoli, responsabilità, responsabilità finanziaria e autorità; 4.4.2 Formazione, consapevolezza e competenza; 4.4.3 Comunicazione, partecipazione e consultazione; 4.4.3.1 Comunicazione; 4.4.3.2 Partecipazione e consultazione; 4.4.4 Documentazione; 4.4.5 Controllo dei documenti; 4.4.6 Controllo operativo; 4.4.7 Preparazione e risposta alle emergenze; 4.5.1 Misura e monitoraggio delle prestazioni; 4.5.2 Valutazione della conformità; 4.5.3 Analisi degli incidenti, N. C., A. C. , A. P; 4.5.3.1 Analisi degli incidenti; 4.5.3.2 N. C., A. C. , A. P; 4.5.4 Controllo delle registrazioni; 4.5.5 Audit interno; 4.6 Riesame della Direzione. Viene illustrato lo schema della norma O. H. S. A. S. 18001:2007 per schematizzare i principali contenuti del S. G. S. L. Lo schema è impostato sul ciclo di Deming o del miglioramento continuo: Plan Do Check Act (Pianifica, Metti in atto, Verifica, Correggi) PLAN: 4.2 Politica SSL; 4.3.1 Identificazione del pericolo, valutazione del rischio e definizione dei sistemi di controllo ; 4.3.2 Requisiti legali ed altri; 4.3.3 Obiettivi e programma; 4.4.1Risorse, ruoli, responsabilità, responsabilità finanziaria e autorità; DO: 4.4.2 Formazione, consapevolezza e competenza; 4.4.3 Comunicazione, partecipazione e consultazione; 4.4.3.1 Comunicazione; 4.4.3.2 Partecipazione e consultazione; 4.4.4 Documentazione ; 4.4.5 Controllo dei documenti ; 4.4.6 Controllo operativo ; 4.4.7 Preparazione e risposta alle emergenze; CHECK: 4.5.1 Misura e monitoraggio delle prestazioni ; 4.5.2 Valutazione della conformità ; 4.5.3 Analisi degli incidenti, N. C., A. C., A. P; 4.5.3.1 Analisi degli incidenti 4.5.3.2 N. C., A. C., A. P; 4.5.4 Controllo delle registrazioni ; 4.5.5 Audit interno; ACT: 4.6 Riesame della Direzione. Diapositiva successiva Datore di lavoro, definizione di legge • Articolo 2, comma. uno Lettera b: Definizione di Datore di lavoro soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo”. Approfondimenti: Articolo 2 e 18 del Decreto Legislativo 81 del 2008 Diapositiva successiva Il Decreto Legislativo 231/2001 • Il Decreto Legislativo 231 del 2001ha introdotto la responsabilità amministrativa delle imprese per una serie di reati, tra i quali: • Indebita percezione di erogazioni da parte dello Stato, o altro Ente Pubblico o Comunità Europea • Truffa in danno dello Stato o di un Ente pubblico o per conseguimento di erogazioni pubbliche • Concussione • Corruzione • Frode informatica in danno dello Stato o di un Ente pubblico • Reati societari (false comunicazioni sociali, illegale ripartizione degli utili e delle riserve, formazione fittizia del capitale, aggiotaggio, etc.) • Abusi di mercato Si introduce il Decreto Legislativo 231/2001, spesso conosciuto come il decreto sulla “responsabilità amministrativa degli enti”. Il contenuto fondamentale di questo provvedimento è rappresentato dal fatto che i destinatari delle misure previste e delle relative sanzioni non sono persone fisiche ma giuridiche come enti, società, associazioni ecc. Il 231 del 2001è nato nel 2001 per punire una serie di reati di natura finanziaria come la corruzione, la concussione, il falso in bilancio. Il principio di base sul quale si fonda l’impostazione del Decreto Legislativo 231 del 2001 è quello secondo il quale, se in un’azienda viene commesso un certo tipo di reato, non è punibile solo la persona fisica che commette l’illecito, ma anche l’azienda che, nel suo complesso, non si è data delle regole gestionali tali da prevenire quei comportamenti al proprio interno. Non è punibile solo il singolo dirigente che commette il reato ma, dal 2001, potrebbe essere chiamata in causa anche l’azienda che ne ha tratto beneficio e che non ha creato delle regole interne per evitare episodi di quella natura. Diapositiva successiva Il Decreto Legislativo 231/2001 • La Legge 123 del 2007, entrata in vigore il 25 agosto 2007, ha esteso il campo di applicazione del Decreto Legislativo 231 del 2001ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro. Nel 2007 il 231 del 2001ha “incontrato” la SSL Il campo di applicazione del 231 del 2001si è andato ampliando nel tempo inserendo i reati legati alla SSL nel Decreto. L’Articolo 25 septies che associa il tema della sicurezza sul lavoro alla disciplina tipica dei reati amministrativi degli enti. Con l’emanazione della Legge 123/2007, nell’agosto 2007, e con il decreto legislativo 81 del 2008 poi, il campo di applicazione del Decreto Legislativo 231 del 2001 è infatti stato esteso anche all’”omicidio colposo e alle lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro”.