Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
Diapositiva successiva Corso di formazione e aggiornamento per RSPP Moduli per datori di lavoro secondo l'Articolo 34 del Decreto Legislativo 81/2008 e l'Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 MODULO 2 Gestione e organizzazione della sicurezza Diapositiva successiva Schema generale del corso Gestione e organizzazione della sicurezza. • I criteri e gli strumenti per individuare e valutare i rischi. • La considerazione degli infortuni mancati e delle modalità di accadimento degli stessi. • La considerazione delle risultanze delle attività di partecipazione dei lavoratori. • Il documento di valutazione dei rischi (contenuti, specificità e metodologie). • I modelli di organizzazione e gestione della sicurezza. • Gli obblighi connessi ai contratti di appalto o d’opera o di somministrazione. • Il documento unico di valutazione dei rischi da interferenza. • La gestione della documentazione tecnico amministrativa. • L’organizzazione della prevenzione incendi, del primo soccorso e della gestione delle emergenze . L’esame di questo prospetto traccia un quadro di massima del percorso formativo riservato ai datori di lavoro relativamente all’igiene e alla sicurezza sul lavoro. Diapositiva successiva Introduzione Obiettivi di questa sezione • Sviluppare i concetti di rischio e pericolo • Definire ruoli e compiti per la valutazione dei rischi e la redazione del documento di valutazione Diapositiva successiva Valutazione dei rischi Analisi SISTEMATICA delle lavorazioni realizzata per: • individuare i pericoli (fattori di rischio); • individuare le persone potenzialmente esposte; • valutare (stimare) i rischi; • individuare i possibili effetti sulle persone; • individuare soluzioni per eliminare o ridurre i rischi a un livello accettabile. Diapositiva successiva Definizione del Rischio Il rischio è la combinazione tra la probabilità (P) che si manifesti un certo evento dannoso e la gravità (Magnitudo, M) associata all’evento stesso. R = f per (P per M) Generalmente si considera R = P per M Si tratta di una indicazione generica che va associata al numero dei lavoratori esposti. questa è una definizione generica di rischio, che può essere applicata, opportunamente integrata e modificata, a tutti i rischi, non solo a quelli professionali. La funzione viene compresa bene con degli esempi che ne illustrano la logica. Le considerazioni condotte nella valutazione dei rischi dell’aula possono essere utili per ritornare alle precedenti conclusioni in relazione a questa nuova definizione di rischio. Diapositiva successiva Prevenzione La prevenzione consiste nelle operazioni messe in atto per ridurre la probabilità che si verifichi un determinato evento dannoso R = f per (P per M) Il divieto di fumare è un intervento di prevenzione per il rischio incendi. La scelta di un disco silenziato per una smerigliatrice è un intervento di prevenzione per il rischio rumore Il concetto di prevenzione viene ora esemplificato in relazione alla definizione di rischio come funzione di probabilità e gravità. Tra gli esempi di attività di prevenzione: • la formazione e l’informazione (aumentano conoscenze e consapevolezza sui rischi); • l’addestramento (aumenta la capacità dell’operatore); • la sostituzione delle sostanze pericolose con altre non pericolose (previene l’esposizione); • l’uso di macchine a norma dotate di tutte le necessarie protezioni (previene incidenti e infortuni dovuti a parti non protette); • la verifica periodica degli impianti (previene i guasti). Esempio sulla guida di autoveicoli: la bassa velocità, l’A. B. S., la corretta alimentazione prima della guida, le gomme non usurate ecc.. Le attività di prevenzione sono più importanti rispetto alle attività di protezione perché evitano che l’evento di manifesti. Diapositiva successiva Protezione La protezione consiste nelle operazioni messe in atto per ridurre la gravità associata a un determinato evento dannoso R = f per (P per M) Una maschera è un intervento di protezione per il rischio chimico. Una cuffia è un intervento di protezione per il rischio rumore Nella normativa la prevenzione ha priorità rispetto alla protezione Anche il concetto di protezione viene esemplificato in relazione alla definizione di rischio come funzione di probabilità e gravità. Tra gli esempi di attività di protezione: • i dispositivi di protezione individuale; • i dispositivi di protezione collettivi (cappe di aspirazione ecc.); • le reti anticaduta (permettono che l’operatore cada ma riducono il danno associato all’evento). Esempio sulla guida di autoveicoli: l’airbag, le barre anti intrusione ecc. Le attività di protezione sono secondarie rispetto alle attività di prevenzione perché non evitano che l’evento di manifesti. Per questo motivo la normativa attribuisce maggiore importanza alle seconde. Diapositiva successiva Documento di valutazione dei rischi La valutazione dei rischi e le relative misure di miglioramento sono indicate nel DVR, il documento di valutazione dei rischi (Articolo 17 comma uno del Decreto Legislativo 81/2008). Il DVR è firmato da DATORE DI LAVORO, RSPP, MEDICO COMPETENTE e consegnato al RLS. Il DVR è il documento fondamentale per la gestione dell’igiene e della sicurezza dell’azienda. I contenuti essenziali di un DVR sono: • identificazione dell’azienda; • caratterizzazione del sito e delle lavorazioni; • organizzazione della prevenzione e protezione; • valutazione dei rischi e metodologia adottata; • programmazione degli interventi di prevenzione e protezione; • informazione, formazione e addestramento dei lavoratori; • procedure di sicurezza e dispositivi di protezione individuale; • gestione appalti e fornitori; • sorveglianza sanitaria; • allegati con documentazione e valutazioni specifiche. Diapositiva successiva Contenuti essenziali del DVR Il DVR deve contenere: • una relazione sulla VDR, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; • l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione attuate e dei DPI adottati; • il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; • l’individuazione delle procedure da seguire per l’attuazione delle misure; • individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici. Le caratteristiche essenziali di un DVR sono: • i criteri adottati per la valutazione stessa: con quali modalità sono stati identificati e valutati i rischi; • l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione attuate e dei DPI adottati: quali misure sono adottate per l’eliminazione / riduzione al minimo dei rischi; • il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza: quali sono le necessarie misure di tutela emerse a seguito della valutazione, con quali tempi si intende metterle in atto; • L’individuazione delle procedure da seguire per l’attuazione delle misure: con quali modalità, tempi e risorse si metteranno in atto le necessarie misure di tutela emerse a seguito della valutazione; • Individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici: quali sono i profili di rischio specifici dei diversi lavoratori. Questi elementi rivestono molta importanza nella gestione della SSL in azienda. Diapositiva successiva Near misses – Quasi incidenti • Quasi Infortuni • si comprendono tutti gli eventi che avrebbero potuto condurre a lesioni e patologie; • Quasi Incidenti • si comprendono sia gli eventi che avrebbero potuto determinare un infortunio, che quelli che non necessariamente lo avrebbero fatto. “È inciampato ma è riuscito a non cadere” è un quasi infortunio. “La calandra stava per cedere” è un quasi incidente. Diapositiva successiva Near misses – A. C. e A. P. Il modo ottimale di gestire un near miss prevede, da parte dei soggetti titolati a farlo, l’adozione di: A. C. - Azioni correttive: azioni messe in atto per gestire nell’immediato l’evento in esame; A. P. - Azioni preventive: azioni messe in atto per evitare che l’evento in esame si ripeta nel futuro. In un sistema strutturato le A. C. e A. P. sono catalogate e registrate. Si illustra la differenza tra azione correttiva e preventiva affinché se ne comprenda l’importanza ai fini della valutazione e riduzione dei rischi. Facciamo degli esempi per far comprendere bene la differenza: • un lavoratore rischia di cadere da una scala a pioli a causa della rottura di un piede di trattenuta; • l’esame del near miss evidenzia che la scala in esame non è a norma; • l’azione correttiva consiste nel disfarsi della scala in esame sostituendola con una a norma; • l’azione preventiva consiste invece nel modificare la procedura acquisti in modo che nessun elemento a potenziale rischio sia immesso in azienda senza la supervisione e l’approvazione della funzione sicurezza. Diapositiva successiva Misure di tutela e attuazione • Secondo il Decreto Legislativo 81 del 2008 per ogni misura di prevenzione/protezione conseguente alla VDR devono essere individuate le risorse per l’attuazione • La sede per la discussione e pianificazione delle misure conseguenti alla valutazione è la riunione periodica DATORE DI LAVORO, RSPP, RLS, MEDICO COMPETENTE Il Decreto Legislativo 81/2008 prevede che il programma delle misure sia sostanziato dalla attribuzione delle risorse necessarie alla loro attuazione. È importante sottolineare l’importanza della riunione periodica di cui all’Articolo 35 (obbligatoria almeno una volta nelle aziende con oltre 15 lavoratori). È importante avere un programma dettagliato con tempi e risorse assegnate.