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Nella storia della Formula 1 ci sono stati numerosi periodi storici che hanno visto determinate squadre porsi al vertice del campionato mondiale e poi vivere lunghi periodi di magra dove una squadra storicamente blasonata faticava anche solo ad arrivare a vincere una gara. Il caso di McLaren è paradigmatico, da ben nove anni non vince una gara e solo nel biennio passato è riuscita a raggiungere un gradino del podio, attestandosi al secondo posto con Carlos Sainz Jr. nell’ultima edizione del Gran Premio d’Italia, nella quale il team di Woking ha bissato il suo miglior piazzamento dall’inizio dell’era turbo-ibrida, iniziata sotto i buoni auspici del doppio podio di Kevin Magnussen e Jenson Button a Melbourne nel 2014. Non andremo ad analizzare ciò che ha provocato questo forte passo indietro della squadra fondata da Bruce McLaren, anche perché i fattori sono molteplici, ma possiamo affermare quanto le sfortunate esperienze in termini di motorizzazione degli ultimi anni abbiano inciso sulle monoposto inglesi in un periodo storico nel quale avere la migliore power unit vuol dire garantirsi competitività nell’arco dell’intero anno. Da qui parte il progetto di restaurazione, intravisto già da un paio di anni, di una squadra che ha intenzione di ripartire dalle proprie origini e dai punti cardine sufficienti a fare il salto di qualità. Il nuovo cambio di passo sarà dato dall’addio all’unità di potenza targata Renault per passare a quella Mercedes, che non strillava dal 2014 presso le fabbriche di Woking, in un ritorno di fiamma che fa già sognare i tifosi della McLaren, ricordando i tempi d’oro targati Hakkinen e Hamilton. Insieme al nuovo propulsore, Daniel Ricciardo sarà il nuovo compagno di Lando Norris, dopo che Sainz si è accasato a Maranello. La squadra punta molto sull’australiano, che sembra aver ritrovato lo smalto grazie ai due podi ottenuti con Renault nel 2020, un bagaglio importante per l’ex pilota Red Bull che punta ad aver maggior fortuna in un team che si presenta sulla rampa di lancio prima ancora della sua ex squadra, quindi le aspettative non mancheranno di certo. A condividere il box con Ricciardo ci sarà un Norris che scalpiterà come non mai, fiducioso dei mezzi fornitigli dalla squadra che lo ha portato sul suo primo podio in carriera nella gara inaugurale del 2020. In effetti la crescita di McLaren c’è stata durante gli ultimi anni ed è innegabile come i numeri visti nelle ultime annate alzino le aspettative in modo importante: dal 9° posto nel mondiale costruttori conseguito nella disastrosa stagione 2017, passando per il 6° posto nel 2018, il 4° nel 2019 ed il 3° nel 2020, la progressione della squadra sembra inarrestabile e la consapevolezza di tornare al vertice è sempre maggiore, considerando che già in tempi non sospetti (2015), lo storico Team Principal Ron Dennis garantiva il ritorno di McLaren tra le grandi. I risultati si vedono ad occhio nudo, come le migliorie apportate sulla nuova MCL35M, rivista in maniera importante in funzione non solo dei cambi regolamentari ma anche della nuova power unit Mercedes, che garantirà nuovi cavalli, maggiore affidabilità ed un’aerodinamica da far invidia a molte. Infatti, il grande lavoro di snellimento della monoposto ha veramente pochi eguali e si accompagna in un armonico lavoro sia sull’avantreno che il retrotreno, dove il primo ha visto nella stagione passata un nuovo muso più stretto, sulla scia di quella che oggi è la filosofia predominante, mentre il secondo vanterà le linee sinuose garantite dai limitati ingombri della power unit Mercedes. L’eliminazione dei passati ingombri, contestualmente alle modifiche al fondo, garantirà alla nuova MCL35M un incremento del carico aerodinamico e una minore resistenza all’avanzamento, con benefici nella gestione dei consumi e nella percorrenza del dritto. Altre piccole novità sono rappresentate dalle modifiche riguardanti l’air box, che si adatta al nuovo propulsore Mercedes e la sospensione anteriore che presenta l’aggancio del triangolo superiore al portamozzo nel lato ruota ulteriormente rialzato. Come abbiamo già visto nel caso di Mercedes, queste scelte sono indirizzate nel contesto di ben ampie funzionalità, quale l’indirizzo dei flussi d’aria in modo utile per la monoposto al fine di incrementare il carico aerodinamico generato in curva. La similitudine riguardante le innovazioni adottate tra i vari team è inevitabile, in generale a causa del regolamento particolarmente stringente ed in particolare perché McLaren già dall’anno passato segue Mercedes nelle sue scelte, e la nuova motorizzazione diviene l’apice di questo percorso nuovo di crescita. Tuttavia, McLaren ha saputo distinguersi molto bene all’interno della tre giorni di test in Bahrain, dove ha sfoderato un nuovo diffusore che molto ha fatto parlare di sé in quel di Sakhir. Infatti, il nuovo regolamento in materia di diffusori impone che le bandelle debbano terminare almeno 50 mm sopra rispetto all’altezza minima del fondo e distanti più di 250 mm dall’asse centrale della vettura. Nella zona grigia del regolamento si è inserita McLaren con delle bandelle assenti in tutti gli altri diffusori che si protraggono fino a superare l’altezza minima del fondo e rientrano nei 250 mm dell’asse centrale. In questo modo McLaren potrà controllare maggiormente i flussi a differenza degli altri team, godendo di un’ala posteriore rivisitata, prodotta sul calco di quella Red Bull ed Haas grazie alle bandelle verticali intagliate ad S rovesciata. A tal proposito il direttore tecnico James Key (vi ricordate di lui in Spyker?) si è detto sorpreso di non vedere la stessa soluzione applicata sulle stesse monoposto e ne esclude una copia su altre monoposto nel breve termine. Restando sul tema dei test, il feedback dei piloti è stato abbastanza positivo, con Daniel Ricciardo che si è trovato molto a suo agio nel team con cui ha timbrato i tempi migliori in occasione della sessione mattutina del primo e del secondo giorno ma vuole fin da subito trovare il feeling giusto con la frenata, caratteristica fondamentale per lo stile di guida sempre al limite del pilota australiano. Un 11° posto finale per Lando Norris, il quale conferma le sensazioni di una McLaren veloce al mattino ma più incostante nel pomeriggio. Visti i presupposti sicuramente la lotta al terzo posto nel mondiale costruttori è più incandescente che mai e rivedere una McLaren competitiva e soprattutto vivace sul fronte dello sviluppo e dell’interpretazione regolamentare non può che far felici gli appassionati che si aspettano grande mischia nella parte medio-alta della classifica.