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Magda Arnold. La psicologa ha fornito una visione diversa di tale fenomeno mediante la teoria della valutazione emotiva, o appraisal. Secondo la Arnold l’emozione non segue il cambiamento fisico, ma richiede piuttosto una valutazione diretta del fatto che sia l’oggetto o la situazione a influenzarci in un modo o nell’altro. Questa valutazione produrrebbe un sentimento di attrazione o avversione verso l’oggetto o la situazione. La sequenza sarebbe la seguente: percezione – valutazione – emozione. Secondo Magda Arnold ed i 4 elementi della valutazione, le emozioni dipendono dalla nostra attrazione verso gli oggetti e le situazioni. Ora la Arnold spiega che Percepire un oggetto significa sapere com’è fatto. Valutarlo significa metterlo in relazione con se stessi. Attraverso tale valutazione, si tende a classificarlo in due categorie: piacevole o spiacevole. Se ci troviamo di fronte a un leone che ruggisce in mezzo alla strada, valuteremo l’evento come qualcosa di spiacevole e che ci fa paura. Se invece vediamo il leone in uno zoo, (non rappresentando alcun pericolo per noi), probabilmente definiremmo l’evento come un’esperienza piacevole. a valutazione emotiva non consiste nella sola classificazione in piacevole o spiacevole, ma anche nell’espressione di giudizi sulla situazione o sull’oggetto. Questi giudizi sono immediati, automatici, diretti e non riflessivi. Se ci troviamo faccia a faccia con il leone in strada, quasi certamente, scappiamo. Questa reazione, legata alla sopravvivenza, è causata dalla paura, un’emozione immediata, diretta e automatica. Ovvero agiamo “senza pensarci due volte”. Non ci fermeremmo mai a pensare alle ragioni del perché c’è un leone per strada, perché ciò significherebbe perdere tempo. Un tempo troppo prezioso, considerato che rischieremmo di diventare cibo. Al tempo stesso, trattandosi di giudizi non riflessivi, essi implicano una risposta uguale o simile alla precedente. Ma invece della paura, proviamo a pensare a una situazione allegra. Cosa succede quando superiamo l’ultimo esame all’università? O quando rivediamo una persona cara dopo tanto tempo? Piangiamo di gioia. E lo facciamo senza elaborazione mentale, intellettuale o riflessiva. Ciò significa che non interrompiamo quello che stiamo facendo per pensare alla situazione, lo facciamo spontaneamente. Quando valutiamo un oggetto o una situazione come piacevole o spiacevole, introduciamo una tendenza all’azione che avvertiamo come un’emozione associata a cambiamenti corporei, e che può condurre a un’azione concreta. Ovvero, cominciamo ad avvertire dei cambiamenti fisiologici che ci spingono ad agire. Quando siamo arrabbiati, non abbiamo solo caldo e il respiro affannato, ma potremmo anche arrivare a sbattere una porta o a gettare un oggetto per terra. Queste due variabili innescano due tipi di comportamenti. Quando diamo valore a qualcosa di piacevole, tendiamo ad avvicinarci, fisicamente o emotivamente. D’altro canto, se consideriamo qualcosa come spiacevole, il nostro comportamento sarà di rifiuto e allontanamento. La nostra valutazione emotiva determina pertanto il nostro comportamento. Secondo Magda Arnold, gli stati fisiologici attivati ​​ma non seguiti da un’azione, possono portare a uno stato di disagio e frustrazione.