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Daniel Gòlèmàn e I 3 cardini su cui agire per sviluppare l’Intelligenza Emotiva. 1. AUTOCONSAPEVOLEZZA. E la capacità di riconoscere e differenziare le proprie emozioni e le loro manifestazioni. Si sviluppa prestando attenzione ai propri stati interiori. Il primo passo è interrogarsi sulle proprie emozioni, scomponendole in tanti pezzi, per comprenderne la natura e l’origine. Spesso utilizziamo termini vaghi per definire un’emozione o lo stesso termine per definire emozioni diverse, per esempio potremmo definirci “nervosi” sia quando siamo in ansia per qualcosa sia quando proviamo rabbia o frustrazione. O ancora capita di non essere capaci di capire da dove nasce l’emozione che stiamo provando, a quali eventi è legata. Se emerge per un evento presente o se invece è stata richiamata al presente un’emozione del passato. Essere autoconsapevoli significa essere in grado di comprendere quale emozione stiamo provando, di comunicarla a chi ci sta vicino, di usarla per guidare le nostre azioni e il nostro pensiero. 2. AUTOCONTROLLO. E la capacità di dominare l’emozione senza reprimerla. E’ diretta conseguenza dell’autoconsapevolezza e consente di recuperare velocemente il benessere psichico turbato dall’insorgere dell’emozione. Il primo passo per sviluppare questa capacità, è accettare le emozioni e accoglierle come parti di noi necessarie e inevitabili. Spesso le emozioni forti sono accompagnate da pensieri illogici automatici che prendono il sopravvento facendoci perdere lucidità. (per esempio diciamo, “certe cose capitano a me perché sono uno stupido”,o, “questo momentaccio durerà per sempre”, oppure, “nessuno mi ama e mi amerà mai” ecc…). Imparare a riconoscere e bloccare questi pensieri è molto importante per limitare l’effetto dirompente delle emozioni. Riuscire a connotare gli eventi che ci capitano, come momentanei e dipendenti da cause specifiche permette di individuare e accedere alle risorse interiori che ci consentiranno di superare la difficoltà e di sentirci padroni di noi stessi e, quindi, delle nostre emozioni. 3. EMPATIA. E la capacità di percepire lo stato d’animo ed i sentimenti di un’altra persona, realizzando una sintonia emotiva nei suoi confronti che permette di condividerne i vissuti interiori e le emozioni ma senza esserne sopraffatti. Anch’essa è legata all’autoconsapevolezza, in quanto la conoscenza profonda delle proprie emozioni è alla base della capacità di riconoscere e comprendere le emozioni negli altri. Si sviluppa imparando innanzitutto ad ascoltare, che non è semplicemente udire. L’ascolto attivo ci pone nella posizione di comprendere quello che l’altro ci dice, senza giudicarlo e senza interpretarlo alla luce delle nostre conoscenze/esperienze/convinzioni. Nell’ascolto attivo si presta attenzione anche al linguaggio del corpo, perché non si comunica solo con le parole. Sviluppiamo la nostra empatia imparando a riconoscere i segnali non verbali che comunicano le emozioni e che, poiché difficilmente controllabili, sono in grado di rivelare molto più di quanto non venga espresso esplicitamente.