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Maier e il meccanismo di selezione-integrazione. Secondo lo psicologo e insegnate statunitense Richard Mayer, che intorno al 1970 si è interrogato sull’origine della creatività, spiega che quest'ultima dipende dalla capacità dell’individuo di interagire in maniera flessibile con l’ambiente. Se l’interazione è rigida, inflessibile, immutabile e stereotipata, allora si può dire che l’individuo si comporta in maniera meno creativa di colui che dimostra una maggiore flessibilità. Per Maier una persona creativa non si differenzia dalle altre per la facilità con cui compie associazioni remote, bensì per un modo tutto particolare di interagire con l’ambiente esterno. La creatività coinciderebbe, secondo questa prospettiva, con una capacità spiccata di selezionare comportamenti dal nostro repertorio comportamentale, e di integrarli in modo inusuale nel momento in cui interagiamo con l’esterno. È per questo che Mayer, insiste sul meccanismo di selezione-integrazione come fonte di creatività. Le persone creative sarebbero così capaci di originare interazioni con l’ambiente in modo nuovo, libero da vincoli esterni, con grande flessibilità nell’adattamento verso le situazioni più disparate. Gli individui hanno a loro disposizione una serie di capacità. Queste possono essere concepite come un insieme di comportamenti specifici, che corrispondono a tutto quello che gli individui sono capaci di fare. Queste capacità costituiscono il repertorio comportamentale. Gli elementi che fanno parte di tale repertorio possono essere relativamente innati oppure relativamente appresi. Il compito dell’organismo è quello di selezionare i comportamenti appropriati forniti dal repertorio comportamentale e di integrare i comportamenti prescelti in una configurazione che costituisca la risposta adeguata alla situazione in cui l’organismo si trova. Gli individui devono sia selezionare i loro comportamenti che organizzare le loro esperienze.