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Charles Spearman e l’intelligenza bifattoriale. Per lo studioso Charles Spearman , l’intelligenza non è un concetto astratto, ma un modello bifattoriale. non esiste, nell’individuo, solamente un’intelligenza generale bensì anche fattori intellettivi specifici. Secondo Spearman il rendimento individuale di ognuno è la somma di due fattori. il contributo di un fattore generale (g), e il contributo di un fattore specifico, (s). Il primo è presente, anche se in maniera diversa, in ogni prestazione intellettiva. il secondo è caratteristico di ogni singola prestazione. Spearman, mettendo in correlazione il fattore generale (g), e il fattore specifico (s), ha dimostrato che, attraverso l’analisi fattoriale, i soggetti, quando conseguono un punteggio alto in un test di una determinata abilità mentale, tendono a raggiungere lo stesso punteggio in test di un’altra abilità dello stesso genere. Quando sussistono delle differenze, ciò dipende dal fattore di intelligenza generale (g). Questo avviene quando non c’è correlazione tra il fattore generale (g), e il fattore specifico (s). Il primo fattore (g) è esposto come intelligenza generale proprio perché ha influenza nella risoluzione dei test mentali. il secondo fattore (s) è, invece, detto specifico, perché individua le differenze nel calcolare il punteggio dei test. Il fattore dell’intelligenza generale presume delle capacità cognitive. il fattore specifico presuppone, invece, delle abilità mentali.