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Lo studio dell’intelligenza. L’individuo, pur essendo il prodotto della serie di influenze esercitate dalla famiglia, dalla scuola e dalla collettività, conserva la propria unicità. Conoscere l’entità delle diversità tra gli esseri umani, e i metodi per valutarle, si rivela profondamente utile, dato che i membri di ogni comunità espletano i vari compiti sociali in base alle irripetibili caratteristiche e capacità personali. Lo psicologo utilizza i test di abilità, per lo studio delle differenze soggettive. i test attitudinali mirano a predire il successo in qualche attività, i test di profitto misurano il livello delle capacità raggiunto dopo un periodo di addestramento. Gli studi sull’attendibilità dicono se i punteggi dei test sono stabili, mentre quelli sulla validità dicono se un test misura ciò che dovrebbe misurare e se le previsioni coincidono con un criterio accettabile. I più conosciuti tra i test di attitudine generale sono i test d’intelligenza, elaborate in Francia nel 1905 da Alfrè Binè, a cui si deve il concetto di età mentale, in base al quale i ragazzi poco dotati dal punto di vista intellettivo furono considerati in ritardo nello sviluppo, mentre i bambini dotati dal punto di vista intellettivo furono considerati in anticipo. Per ogni livello di età cronologica, determinata dalla data di nascita, furono stabilite delle prove il cui risultato avrebbe indicato l’età mentale. I punteggi medi di età mentale corrispondevano all’età cronologica. Il test di Binè si fondava sul principio che le prestazioni nei test di intelligenza miglioravano con il progredire dell’età, per cui un punteggio di età mentale sarebbe rimasto valido almeno durante l’infanzia. La revisione più conosciuta, subita dai test originariamente elaborati da Binet, è stata quella indicata come Stanford-Binè, costruita nel 1916 dall’americano Terman, che introdusse il quoziente d’intelligenza (Q.I.), indice usato per esprimere i risultati di un test di intelligenza, dato dal rapporto tra età mentale ed età cronologica. Il numero 100, utilizzato come moltiplicatore, eguagliava a 100 il quoziente intellettivo medio, ottenuto quando l’età mentale risultava uguale all’età cronologica. Sono stati definiti molti tipi e gradi diversi di ritardo mentale, il quale può essere dovuto a cause endogene, se il soggetto non presenta malattie o lesioni che possono aver danneggiato il suo sviluppo, o esogene, se il soggetto presenta un deficit mentale dovuto a malattie, lesioni o incidenti. Joy Paul Guilford, ha ampliato il concetto d’intelligenza al di là di quello rappresentato dal comune quoziente intellettivo, differenziando una produzione divergente, il pensiero creativo, da una produzione convergente, identificabile nella soluzione logica per la formulazione dell’unica possibile risposta corretta. Un elevato Q.I. non garantisce in un soggetto la presenza della creatività, che, tuttavia, è sempre associata a un alto Q.I.