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Diapositiva successiva Approfondimento sul MODULO 1 Salute e sicurezza sul lavoro e giurisprudenza Diapositiva successiva Schema Organigramma Generale In questa diapositiva si introduce lo schema generale di un organigramma per l’individuazione delle diverse figure di SSL. Riguardo lo schema rappresentato nella diapositiva, bisogna sapere che: • Il RSPP è posto in staff al DATORE DI LAVORO • La stessa posizione è associata al MEDICO COMPETENTE • In linea generale ci sono diversi preposti per ogni dirigente ma questo non è detto • In un’organizzazione più semplice ci sarebbero i preposti direttamente sotto il DATORE DI LAVORO • Non ci sono posizioni precostituite per i lavoratori addetti a compiti speciali Approfondimenti: Decreto Legislativo 81 del 2008 Articolo 2, definizioni. Diapositiva successiva Datore di lavoro– Enti pubblici • L’individuazione del DATORE DI LAVORO è ancora più complessa negli enti pubblici dove raramente c’è un unico depositario del potere gestionale e di spesa; • In questo caso l’ente può redigere un modello organizzativo utile a individuare il DATORE DI LAVORO, o i vari DATORE DI LAVORO sulla base dei poteri assegnati; • L’Articolo 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 aiuta a operare questa individuazione. Il caso del DATORE DI LAVORO negli enti è complesso e va trattato riportando la definizione che segue: Articolo 2 Decreto Legislativo 81 del 2008: “Nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165 per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo”. Diapositiva successiva Dirigente - obblighi • Attuazione delle misure di salute e sicurezza • Valutazione delle capacità professionali dei lavoratori e loro assegnazione a mansioni adeguate • Istruzione, informazione, formazione e se necessario addestramento dei lavoratori, e controllo dell’assimilazione delle nozioni • Adozione di un sistema di controllo e vigilanza, anche attraverso adeguato numero di preposti Nell’Articolo 18 sono dettati i compiti di DATORE DI LAVORO e dirigenti Ci si sofferma sui compiti che sono stati storicamente attribuiti al dirigente dalla Giurisprudenza. Questi sono ripresi e dettagliati dall’Articolo 18 del decreto legislativo. 81 del 2008 dove sono accomunati a quelli del datore di lavoro. Si chiarisca che i compiti dell’Articolo 18 sono in prima battuta assegnati al DATORE DI LAVORO che, in un’organizzazione complessa, può assegnarne e delegarne una parte alle altre figure di SSL. Approfondimenti: Articolo 2 e 18 del Decreto Legislativo 81 del 2008 Diapositiva successiva Preposto – Chi è? Identificazione del preposto: • Sovrintende al lavoro altrui, con potere di impartire ordini ed istruzioni operative; • È subordinato ai dirigenti e/o al datore di lavoro; • Non ha una specifica qualifica e può coprire tutte le posizioni comprese tra il dirigente ed i lavoratori; • Si identifica con chi è in posizione tale da coordinare e sorvegliare l’attività di altri lavoratori ai suoi ordini • Sovrintende solamente ai lavoratori che fanno capo al suo settore. Il ruolo di preposto è scollegato dalla qualifica Sono chiariti i tratti caratteristici essenziali del preposto, con particolare attenzione al fatto che il suo raggio d’azione è limitato ai lavoratori che sono sotto il suo diretto controllo. Si sottolinea il fatto che la qualifica di preposto non ha a che fare con l’inquadramento contrattuale. Ad esempio: un “quadro” non è necessariamente un preposto perché potrebbe aver raggiunto quella qualifica funzionale senza avere necessariamente persone sottoposte al suo coordinamento. La funzione di preposto è identificata nel momento in cui ci sono lavoratori coordinati. Esempi di preposti tipici possono essere: • Un responsabile di magazzino con magazzinieri coordinati; • Un responsabile di linea produttiva; • Il responsabile di un laboratorio; • Il responsabile commerciale con agenti sottoposti al proprio controllo Diapositiva successiva Il Decreto Legislativo 231/2001 In caso di infortunio ci sono due procedimenti diversi. Questi possono essere separati o riuniti ma mirano all’individuazione di responsabilità diverse Infortunio Ipotesi di reato • Individuali CP, 81 del 2008 ecc. • Collettive Decreto Legislativo 231 del 2001 In caso di reato connesso alla SSL che ricade nel campo di applicazione del 231 del 2001ci sono due percorsi di accertamento delle colpe: • Le colpe individuali: il DATORE DI LAVORO, il preposto o il dirigente che hanno colposamente determinato l’episodio; • Le colpe dell’ente: la società che non si è data regole per prevenire l’evento che ha portato la reato. I presupposti della responsabilità personale e di impresa sono diversi ma possono coesistere. Diapositiva successiva Sanzioni DELITTO: Omicidio colposo (violazione Articolo 55 comma 2 VDR) INTERDITTIVE: da tre mesi a un anno PECUNIARIE: da 500 a 1000 quote DELITTO: omicidio colposo INTERDITTIVE: da tre mesi a un anno PECUNIARIE: da 250 a 500 quote DELITTO: lesioni colpose INTERDITTIVE: fino a sei mesi PECUNIARIE: sino a 240 quote Il meccanismo di definizione della sanzione pecuniaria comprende la quantificazione in quote che, per i reati di SSL, possono andare da 240 a 1000 in funzione della gravità del reato. Ogni quota può variare da 158 € a 1550 € circa. Questo doppio meccanismo previsto dall’articolo 11 del Decreto Legislativo 231 del 2001 consente al giudice di tenere in considerazione sia la gravità del reato commesso che la situazione patrimoniale dell’azienda. Le sanzioni pecuniarie associate ai reati di SSL risultano quindi comprese tra 36.000 € e 1.550.000 €. Diapositiva successiva Sanzioni Le sanzioni interdittive previste dal 231 del 2001sono: • Interdizione dell’esercizio dell’attività • Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione • Sospensione o revoca dell’autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito • Esclusione da agevolazioni, finanziamenti e contributi • Divieto di pubblicizzare beni e servizi. Approfondimenti: un approfondimento interessante sulle ipotesi di applicazione del Decreto Legislativo 231 del 2001 consiste nell’analisi della sentenza emessa dal Tribunale di Torino il 14 aprile 2011 nel cosiddetto processo “Thyssenkrupp” . Diapositiva successiva Organismo di vigilanza • Vigila sull’osservanza del modello e sulla sua adeguatezza a prevenire i reati • Raccoglie informazioni ed accerta direttamente • Verifica il mantenimento del modello e se necessario ne propone l’aggiornamento Uno o più soggetti Nelle piccole imprese può coincidere con l’organo di vertice L’organismo di vigilanza è una struttura creata e gestita dall’azienda per sottoporre a controllo e supervisione il proprio modello organizzativo. Decreto Legislativo 231 del 2001- Articolo 6, comma uno, Lettera B.: L’organo dirigente deve aver affidato il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello e di curarne l’aggiornamento a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo. Il 231 del 2001non fornisce elementi dettagliati in merito alla composizione dell’ODV. Questo, in funzione delle dimensioni aziendali, del settore produttivo e della complessità del sistema adottato può essere composto da un unico soggetto o da più persone. L’unica indicazione esplicita della normativa riguarda la possibilità che, negli enti di piccole dimensioni, il ruolo e i compiti propri dell’ ODV vengano assolti dall’organo dirigente (Articolo 6, comma 4). Diapositiva successiva Sentenza di assoluzione 231 • Infortunio Saras: si verifica a un’impresa esterna a Saras (Cagliari) con 3 morti in un ambiente confinato • Sono condannati Direttore di Stabilimento e Generale di Saras oltre che il DATORE DI LAVORO dell’impresa Con sentenza del 4/7/2011 il tribunale di Cagliari ritiene non applicabile il 231 perché il fatto non costituisce vantaggio per l’Ente Si consideri come in questo caso sia stata applicato l’Articolo 66 del decreto legislativo 231 del 2001, cosa che HA comportato non condanna della società SARAS come persona giuridica. Nella sentenza si legge che “visti gli Articoli 5 e 66 Decreto Legislativo 231/2001 esclude la responsabilità della SARAS s.p.a. in ordine all’illecito amministrativo contestato al capo B perché il fatto non sussiste, in quanto il reato non fu commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente”. L’Articolo 66 Decreto Legislativo 231 del 2001prevede che “se l’illecito amministrativo contestato all’ente non sussiste, il giudice lo dichiara con sentenza, indicandone la causa nel dispositivo. Allo stesso modo procede quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova dell'illecito amministrativo.”