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Il cashback di Natale ha raggiunto due importanti obiettivi: convincere molti degli italiani che pagare con la carta può convenire e che i servizi digitali della Pubblica amministrazione, finora altamente snobbati, non sono poi così male come dimostrano – tra svariati inciampi tecnici – i picchi registrati dalle iscrizioni all ’app “IO” e all’identità digitale (Spid) necessarie per accedere al programma che rimborsa il 10% sui pagamenti digitali, fino a 150 euro a semestre. Eppure, nonostante il piano cashless–voluto dall’ex premier Giuseppe Conte –registri buoni dati, da giorni è nel tritacarne dell’ampia maggioranza del governo Draghi che ne chiede di dirottare le risorse o perfino la chiusura anticipata. Insomma, molte le discussioni politiche, poche le certezze. Mettiamo in fila quello che è riscontrabile. I PAGAMENTI. Con il cashback sperimentale di Natale, terminato il 31 dicembre, lo Stato ha disposto 3,2 milioni di bonifici per un totale di 223 milioni di euro con un accredito medio di 69 euro. Sono quasi 8 milioni gli iscritti al cashback(a fine dicembre erano 5,8 milioni) e quasi 7 milioni quelli che hanno accumulato transazioni valide. Risultano in via di risoluzione anche il migliaio di segnalazioni arrivate da chi non si è visto riconoscere alcuni pagamenti. Secondo quanto previsto dall’ultima manovra, per la misura è previsto uno stanziamento di 4,7 miliardi, di cui tre miliardi per il 2022, finanziabili con il Recovery fund. I tecnici del ministero dell’Eco - nomia stimano che nel 2021 per pagare i rimborsi ordinari (fino a 150 euro a semestre per utente) servano 2 miliardi. A RISCHIO. Il cashback ordina - rio è partito il primo gennaio e si concluderà il 30 giugno. Poi si azzererà tutto e scatterà regolarmente l’altro semestre 2021 (luglio-dicembre). Quasi impossibile che qualcuno possa stoppare il secondo step prima della prossima legge di Bilancio sia per mancanza di tempo (servirebbero svariate procedure tecniche) che per il serio pericolo che tutta la faccenda possa finire al Tar. A poter subire modifiche o tagli potrebbe essere solo l’ultimo semestre previsto del cashback , quello che va dal 1 gennaio al 30 giugno 2022. Basta intervenire nella prossima manovra. I FURBETTI. È vero che il dossier ca shb ac k sia nelle mani del premier Mario Draghi e dei tecnici del Mef per un immediato intento: bloccare i furbetti che stanno effettuando micro-transazioni da pochissimi centesimi pur di scalare la classifica che dà diritto al super premio da 1.500 euro per i primi 100mila più attivi. Problema confermato dal viceministro dell’Economia Laura Castelli che ha anche smentito che il secondo super premio del 2021 da 300 milioni possa essere rivisto al ribasso. Tra le ipotesi per porre limiti ai furbetti ci sono l’inserimento di un importo minimo o un numero massimo di transazione presso lo stesso esercente. FAVOREVOLI. A sostenere che il cashbacksia una misura efficace è M5S. Dopo che lo scorso anno gli operatori del settore sono stati convocati decine di volte dall’ex premier Conte per discutere si sono decisi a tagliare le commissioni sotto i 5 euro. E l’uso più frequente della carta anche per pagare il caffè non è più visto male dai commercianti. Intanto cashbacke pandemia, secondo una ricerca di Gkk e Visa, hanno spinto i pagamenti digitali con una diminuzione dell’uso del contante del 23%. C ON TR AR I. Gli schieramenti della maggioranza vanno in ordine sparso. Italia Viva (il cui leader ha alzato il tetto ai pagamenti in contante) chiede modifiche sostanziali; per il Pd le risorse andrebbero dirottate sui programmi di lotta alla povertà (per cui è previsto il Reddito di cittadinanza, rifinanziato dal dl Sostegni); Forza Italia spinge per il ritorno all’uso del contante, mentre Fratelli d’Italia ha chiesto di abolire il provvedimento per destinare le risorse ai ristori, il cui decreto è ancora bloccato dal governo. Con un emendamento (dichiarato inammissibile) al Milleproroghe, la Lega aveva chiesto di dirottare i soldi alle Regioni.