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Buongiorno. Cerchiamo di introdurre la nuova gestione dei rifiuti in azienda affrontando i primi argomenti. Inizia una breve fase di transizione, dove in funzione dei volumi movimentati potremo perfezionare la modalità di gestione dei rifiuti. Riguardo queste spiegazioni, in un secondo momento esporremo altri argomenti come l’uso della tramoggia. Cominciamo ora cercando di suggerire un piccolo schema logico. Precisiamo sin da subito però, che ci sono diversi rifiuti che hanno un loro contenitore dedicato esclusivo, e che rappresenteranno delle eccezioni allo schema. Faremo poi l’elenco delle eccezioni, ma comunque la maggior parte è arcinota agli operai. Siamo in produzione e dobbiamo capire dove buttare un rifiuto. Prima domanda. Il rifiuto è contaminato da sostanze pericolose? Ovvero. È entrato in contatto o è palesemente sporco di sostanze pericolose? Per esempio olio, grasso, resina, vernice, loctite o silicone. Mettiamo che la risposta sia Si. Seconda domanda. È un contenitore? Risposta, Si. Per rispondere di si a questa domanda il rifiuto deve essere un recipiente. Deve essere stato svuotato. Questo è importante. Se avesse ancora un quantitativo rilevante di sostanza all’interno, il rifiuto dovrebbe essere gestito come la sostanza e non come un contenitore. In officina incappare in un contenitore contaminato è facile. Anche se all’apparenza perfettamente pulito, è sufficiente che il contenitore riporti in etichetta un pittogramma di pericolo. Basta questo e il contenitore può considerarsi contaminato. È il caso del flacone vuoto dell’alcool etilico. Terza domanda. È un contenitore metallico? Risposta, Si. Abbiamo individuato il percorso delle latte schiacciate in bobinatura e quindi il relativo BIG BAG. Risposta, No. È un contenitore contaminato non metallico. Un contenitore di plastica o carta. Esempi possono essere: una cartuccia di silicone, un flaconcino per loctite o frenafiletti, un secchio di plastica per il grasso, una tanica di plastica per l’olio lubrificante, un sacco di carta per la sabbia dei saldatori. Per tutti questi contenitori è dedicato un BIG BAG più piccolo dello standard, situato vicino al BIG BAG dei DPI. Se avessimo risposto No alla seconda domanda ci troveremmo davanti ad un rifiuto contaminato da sostanze pericolose che però non è un contenitore. Questo rifiuto deve finire nel BIG BAG dei DPI. Questo BIG BAG accoglie tutti i DPI. Ovvero: tute, scarpe, tappi per le orecchie, occhiali di protezione, maschere da lavoro ed elmetti. E come dicevamo prima, il BIG BAG può accogliere molti materiali contaminati. Parliamo di pezzi di carta, o di cartone, o di plastica, che magari sono stati usati per rimuovere del grasso o dell’olio. Segatura e addirittura le fasce di sollevamento per i carroponti. Naturalmente andrebbero anche gli stracci sporchi che non appartengono alla MEVA. Gli stracci della MEVA hanno il loro ciclo chiuso di gestione con i loro carrellati. Esempio importante: il cartone con il quale si è avvolto un rullo per la resinatura. Va con i DPI. Attenzione. Non vanno con i DPI i manicotti dove si è versata la resina, perché in quel caso prevale la sostanza, come discorso fatto sopra. Questi manicotti, con il tappo di resina indurita, andranno nel fusto della resina solidificata presente in bobinatura. Se avessimo risposto NO alla prima domanda ci troveremmo davanti ad un rifiuto non contaminato da sostanze pericolose. Abbiamo quattro alternative per questo rifiuto. Ricordiamo che non è contaminato da sostanze pericolose. O è Carta o Cartone. O è Plastica. O è un materiale isolante non recuperabile come plastica. O va nell’indifferenziata. Soffermiamoci sulla terza voce. È stato introdotto un carrellato in bobinatura per accogliere quei pochi scarti di materiale isolante, in attesa di fare le analisi. Ricordiamo che sono materiali isolanti non contaminati. Se fossero contaminati andrebbero con i DPI. È stato introdotto anche un BIG BAG piccolo per i soli scarti del taglio di zeppe e lastre GPO 3. Il BIG BAG piccolo è stato collocato vicino alla sega circolare, per accogliere sia i ritagli che la polvere catturata con l’aspiratore. Questo aspiratore ci risulta svotato al massimo 2 volte l’anno. Altra novità è rappresentata da un carrellato presso le postazione dei tre saldatori, per la limatura di ferro raccolta con lo spazzamento. Questa limatura andrà poi sversata sui trucioli di ferro in occasione del loro ritiro, o quando fa comodo. La descrizione CER del rifiuto parla infatti di limatura e trucioli. Elenchiamo le alternative allo schema che hanno un contenitore tutto loro e che già conoscete. 1) I dischi abrasivi delle smerigliatrici. In realtà nei contenitori dedicati ci può andare tutto il materiale di rettifica esaurito, come punte dei trapani, lame e carta vetrata. Da definire alcuni dettagli della gestione. 2) Le bombolette spray. Per queste abbiamo introdotto scatole più piccole, che una volta piene possono essere accatastate su un bancale sotto la tettoia. Vediamo come va la gestione. 3) I filtri della cabina di verniciatura, dei quali si occupano in autonomia i verniciatori. 4) La morchia del distillatore in verniciatura. 5) La polvere di vernice dalla pulizia della cabina di verniciatura. 6) la resina indurita in bobinatura. 7) I toner. 8) Le batterie alcaline. 9) Le lampadine. 10) le mascherine per il covid. Per ora interrompiamo le spiegazioni. Ricordiamo che i carrellati hanno a loro interno un sacco trasparente che può essere all’occorrenza messo direttamente nei BIG BAG senza ricorrere ad operazioni di travaso. La novità principale è probabilmente la separazione degli imballaggi di plastica dagli imballaggi misti. Questa partirà quando arriverà il contenitore per esterno dedicato alla plastica. Nel caso di grossi volumi si potrà usare la tramoggia per riversare la plastica dall’alto come oggi facciamo per gli imballaggi misti. Grazie per l’attenzione. Buona continuazione, da Skynet.