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Organizzazione Mondiale della Sanità e classificazioni internazionali. I primi tentativi per stilare una classificazione ragionata dei disturbi si ebbero già intorno alla metà dell’Ottocento, ma solo negli ultimi decenni del Novecento, una nuova sensibilità scientifica e culturale ha provato a superare il concetto di handicap ritenendolo riduttivo poiché inadeguato a rappresentare l’insieme dei fattori sociali ed ambientali che di fatto costituiscono la principale fonte di ostacolo alla realizzazione dell’uguaglianza sociale. La prima classificazione delle malattie, e dei problemi ad esse connessi, elaborata dall’OMS risale al 1970 e prende il nome di ICD (International Classification of Diseases)1. Attualmente l’ICD è alla decima edizione: l’ICD-10. Nella sua originaria impostazione, l’ICD rivela ben presto vari limiti dovuti alla natura stessa della classificazione incentrata sugli aspetti eziologici della patologia; nel 1980 l’OMS decise di affiancare a questa classificazione un’appendice riguardante le conseguenze delle malattie classificate ed emanò l’ICIDH (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps). Questo nuovo strumento di classificazione si focalizzi non più sul concetto di malattia (diseases) bensì su quelli di menomazione (impairment), disabilità (disabilities) e handicap.