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Negli ultimi cinquant’anni, la produzione di pesce si è qua-druplicata, mentre i consumi pro capite sono raddoppiati 3.La pesca viene praticata in due modi: con la cattura in acque marine o interne (laghi e fiumi), oppure con l’acquacoltura, cioè l’allevamento in appositi bacini idrici. Il 90% della pesca di cattura si svolge in mare; la maggior parte del pescato proviene dalle acque fredde e superficiali del Pacifico e dell’Atlantico, dove abbondano i microrganismi ve-getali e animali (plancton) che costituiscono il primo anello della catena alimentare; le acque dell’Oceano Indiano, invece, sono molto meno pescose. Il settore della pesca di cattura è dominato da alcuni Paesi 4 dotati di flotte specializzate e attrezzate per rimanere in mare aperto per lunghi periodi. Le prime fasi di lavorazione del pesce vengono svolte direttamen-te sulle “navi-officina”. L’acquacoltura può essere d’acqua dolce (carpe, trote, storioni, anguille) o marina (orate, spigole, crostacei e molluschi). Esi-stono due sistemi di allevamento: quello estensivo in lagune e stagni costieri e quello intensivo in vasche e gabbie galleggian-ti o sommerse. La produzione di pesce allevato continua ad aumentare, con esiti contrastanti: riduzione dei prezzi e dello sfruttamento intensivo delle risorse ittiche da parte della pesca industriale, devastazione di ecosistemi costieri, come quello delle mangrovie, e impoverimento delle piccole comunità che dalla pesca tradizionale traevano il loro sostentamento