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diapositiva successiva Radiazioni ionizzanti - Prevenzione • Misure • Applicazione del sistema di radioprotezione. • Riduzione tempi di esposizione. • Aumento distanza dalla fonte radioattiva. • Utilizzo schermature per organi esterni. • Limitazione assorbimento interno per via cutanea. • Applicazione buone prassi di controllo e lavaggio. A fronte delle conseguenze evidenziate è stata progettata la radioprotezione, sistema di prevenzione dal danno biologico causato dalle radiazioni ionizzanti. Le linee di guida della prevenzione prevedono misure relative a tempi di esposizione, aumento della distanza dalla fonte radioattiva, utilizzo di apposite schermature per gli organi più sensibili (es. gli occhi), limitazione delle possibilità di assorbimento interno al corpo per via cutanea, applicazione di buone prassi al termine della giornata lavorativa che includono il controllo del corpo e il suo lavaggio. diapositiva successiva Campi elettromagnetici - Conseguenze • Campo di applicazione • Prevenzione e protezione dai soli effetti nocivi a breve termine derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici. • I campi elettromagnetici interagiscono con le cariche elettriche presenti nel corpo umano: gli effetti possono variare a seconda delle condizioni di esposizione. I campi elettromagnetici interagiscono con le cariche elettriche presenti nel corpo umano, esercitando forze su di esse, e quindi provocano sempre in qualche misura una risposta, che può tradursi in un effetto biologico. Questo non implica necessariamente un effetto di danno alla salute (o effetto sanitario). Come espresso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità "un effetto biologico si verifica quando l'esposizione alle onde elettromagnetiche provoca qualche variazione fisiologica notevole o rilevabile in un sistema biologico", mentre "un effetto di danno alla salute si verifica quando l'effetto biologico è al di fuori dell'intervallo in cui l'organismo può normalmente compensarlo, e ciò porta a qualche condizione di detrimento della salute.» Gli effetti biologici e sanitari sono diversi secondo la frequenza dei campi esterni che li inducono. L’importanza relativa di ciascun effetto cambia gradualmente all’aumentare della frequenza e in alcune zone dello spettro elettromagnetico coesistono effetti diversi. Ai fini della protezione si distinguono solitamente i seguenti tipi di campi: campi elettrici e magnetici statici (0 Hz), campi elettrici e magnetici a frequenza intermedia (300 Hz - 10 MHz), campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde (10 MHz - 300 GHz). Gli unici effetti sanitari accertati sono di natura acuta (cioè immediati) e si verificano solo al di sopra di determinati livelli (soglie) di esposizione. Su questi effetti si basano i limiti di esposizione raccomandati dalle più autorevoli organizzazioni internazionali. Sono stati anche ipotizzati effetti a lungo termine che potrebbero derivare da esposizioni croniche a livelli di campo inferiori ai limiti, ma di questi effetti la ricerca non ha trovato indicazioni convincenti. diapositiva successiva Campi elettromagnetici - Prevenzione • Utilizzo di altri metodi di lavoro che riducano l’esposizione. • Scelta di attrezzature che emettano campi elettromagnetici di intensità inferiore. • Misure tecniche per ridurre l’emissione (schermature). • Programmi di manutenzione. • Progettazione dei luoghi e delle postazioni di lavoro. • Limitazione della durata e dell’intensità dell’esposizione. • Disponibilità di Dpi. Riferimento normativo per l’esposizione a campi elettromagnetici il Capo IV del Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008. Nel quadro dell’obbligo generale, che prevede di tenere conto del progresso tecnico e della disponibilità di misure per controllare il rischio alla fonte di eliminare alla sorgente o ridurre al minimo i rischi derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici, il datore di lavoro adotta le misure indicate all’art. 210 del decreto legislativo. Dal 1° luglio 2016 è inoltre entrata in vigore la Direttiva europea 2013/35/UE sulla protezione dai rischi derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici recepita mediante le disposizioni del Titolo VIII Capo IV e dell’Allegato XXXVI del D.Lgs. 81/2008. diapositiva successiva Corrente elettrica - Conseguenze • Caratteristiche • Maggiore intensità della corrente esterna. • Influenza di intensità, durata del passaggio, tessuti interessati, forma d’onda. • Conseguenze per la salute dei lavoratori • Contrazioni dei muscoli. • Arresto cardiocircolatorio. • Arresto respiratorio. • Ustioni. Quale è l’effetto per il passaggio della corrente elettrica nel corpo umano? La risposta a questa domanda è nell’analisi di vari fattori come l’intensità della corrente, la durata del passaggio, i tessuti interessati, la forma d’onda. Il corpo, ricevendo una corrente esterna più forte di quella interna, è esposto a pericoli molto elevati. In primo luogo gli elementi del corpo interessati sono i muscoli che, se rappresentano il punto di passaggio in entrata della corrente nel corpo umano, diventano rigidi. I loro movimenti sono involontari. Tra i muscoli rientrano anche quelli dedicati alle funzioni respiratorie; in questo caso la contrazione dei muscoli respiratori riduce o annulla il passaggio di ossigeno nei polmoni con conseguenze che vanno dalle difficoltà respiratorie alla morte per soffocamento. Anche l’arresto cardiaco è un effetto dell’attraversamento del corpo umano da parte della corrente elettrica che va a destabilizzare il lavoro del muscolo cardiaco. Da non mettere in secondo piano le conseguenze delle ustioni provocate sia dalla corrente che dagli archi elettrici delle macchine di lavorazione. Le conseguenze appena esposte riguardano rischi che le persone possono correre in varie situazioni lavorative: il contatto elettrico diretto (es. una presa), il contatto elettrico indiretto (es. una macchina in tensione), gli incendi per cortocircuiti, le esplosioni. diapositiva successiva Corrente elettrica - Prevenzione • Misure • Rispetto norme CEI. • Costruire a regola d’arte. • Rispetto disposizioni DM 37/2008. • Riconoscere fornitore, fornire dichiarazioni di conformità, usare materiali a regola d’arte, … • Svolgimento appositi cicli di manutenzione. • Sostituire e riparare elementi danneggiati. • Rispetto dell’uso proprio dell’apparecchio. • Non utilizzare con rischio accresciuto, non effettuare riparazioni improvvisate, … Affinché una macchina sia protetta da rischi elettrici deve essere costruita secondo le norme CEI che prescrivono realizzazioni a regola d’arte. Per la progettazione degli impianti è di riferimento il Decreto Ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008 il “Regolamento recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici” che ha sostituito integrandola la Legge 46/90. Tra i punti significativi figurano la garanzia del riconoscimento del fornitore, la presenza delle dichiarazioni di conformità e la realizzazione con materiali a loro volta prodotti a regola d’arte. Nel processo di utilizzo delle macchine e degli impianti bisogna prevedere gli appositi cicli di manutenzione con le relative azioni di sostituzione o di eliminazione dei guasti. In ultimo si ricorda come il processo di prevenzione impone che gli apparecchi e gli impianti elettrici non siano utilizzati in maniera impropria, come in condizioni di rischio accresciuto, ad esempio un operaio che mette mano a un apparecchio con le mani bagnate, o le riparazioni effettuate da personale improvvisato non in possesso delle adeguate competenze elettriche e tecniche. diapositiva successiva Appalti - Conseguenze • Caratteristiche • Fenomeno in aumento. • Attività complementari al business aziendale. • Picchi di lavoro. • Rischi significativi. • Poca conoscenza luoghi di lavoro. • Ridotti tempi di intervento. • Formazione dei lavoratori inadeguata. • Sovrapposizione di attività. Il ricorso a ditte esterne per la realizzazione di lavori è in crescita come in crescita sono i rischi che questo fenomeno comporta. Ciò è dovuto alla ridotta conoscenza dei luoghi di lavoro da parte dell’impresa esterna in quanto spesso tenuta a essere operativa in tempi ristretti o senza aver potuto prima effettuare un’analisi adeguata del contesto lavorativo. I rischi sono poi il riflesso della precarietà dei lavoratori delle ditte esterne che non ricevono informazioni e formazione adeguate alle attività. La sovrapposizione di attività diverse è la causa di infortuni anche gravi (es. carico e scarico di materiale in azienda).