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diapositiva successiva Ambiente termico - Conseguenze • Corpo e temperatura • Temperatura corporea con tendenza ai 37°C costanti. • Bilancio termico nullo. • Sbilanciamenti positivi o negativi > Difese del sistema di termoregolazione. • Conseguenze sulla salute dei lavoratori • Colpo di calore. • Confusione mentale, irascibilità, convulsioni, … • Altri effetti (sincope, collasso, fatica da calore, …) La temperatura del corpo umano tende a essere costante intorno ai 37°C. Affinché ciò avvenga il bilancio termico di ogni singola persona deve essere nullo. Gli elementi del bilancio considerano da una parte la somma del calore metabolico con il calore ricevuto dall’ambiente; da un’altra parte bisogna considerare il calore che il corpo è in grado di cedere all’ambiente. Quando il bilancio termico modifica il suo risultato e quindi non è più nullo bensì positivo o negativo il corpo umano attiva le difese del proprio sistema di termoregolazione. Il benessere termico è la condizione in cui una persona possiede un equilibrio termico senza utilizzare i propri meccanismi di difesa del sistema di termoregolazione. Al contrario, in caso di entrata in funzione del sistema di termoregolazione non si parla più di benessere ma di stress termico. Tra i danni allorché lo stress termico è provocato da alte temperature figura il colpo di calore (veloce innalzamento della temperatura corporea) che può produrre confusione mentale, irascibilità, convulsioni, perdita di conoscenza. Altri effetti sono la sincope, il collasso, i crampi e la fatica da calore. diapositiva successiva Ambiente termico - Prevenzione • Misure tecniche • Progettazione adeguata dei luoghi di lavoro. • Isolamento delle fonti di calore. • Ventilazione generale o localizzata dell’ambiente. • Messa a disposizione di DPI. • Misure organizzative • Progettare carichi di lavoro e riposo appropriati. • Svolgimento pause in locali climatizzati. • Pianificazione periodi di acclimatazione. • Formazione e addestramento. Le attività di prevenzione contro i rischi dell’esposizione al calore sono prevalentemente di natura tecnica e organizzativa. Nel primo caso rientra la progettazione dei locali con i relativi sistemi di isolamento delle fonti di calore e di ventilazione. I provvedimenti di natura organizzativa riguardano i turni di lavoro-pausa-riposo e i periodi di acclimatazione (grazie ai quali il corpo umano è in grado di resistere a nuove condizioni microclimatiche). In particolare le pause devono essere trascorse dal lavoratore in ambienti climatizzati. L’aspetto organizzativo deve considerare anche momenti di formazione appropriati. diapositiva successiva Sostanze e preparati - Conseguenze • Caratteristiche • Esposizione abituale o accidentale a sostanze e preparati dannosi (infiammabili, corrosivi, tossici). • Fattori di esposizione. • Qualità e quantità della sostanza, durata e modalità di contatto, reazione dell’organismo. • Conseguenze • Canali di contatto. • Pelle, polmoni, bocca. • Effetti immediati o dilatati nel tempo. Numerose e diverse tipologie di attività professionali comportano l’esposizione dei lavoratori in maniera abituale o accidentale a sostanze e preparati che possono essere dannosi. Esempi di rischio riguardano il maneggiamento di prodotti infiammabili, l’utilizzo di vernici o fertilizzanti, di detergenti, di lucidanti, … I fattori che caratterizzano questa tipologia di rischio sono la quantità e la qualità della sostanza assunta, la durata e la modalità del contatto, la reazione dell’organismo. Le sostanze entrano in contatto con l’uomo tramite la pelle, i polmoni o la bocca. Le conseguenze per la salute sono immediate quando il prodotto è presto assorbito dall’organismo o sono croniche quando il prodotto manifesta i suoi effetti nel tempo perché, ad esempio, le dosi assunte sono state minime ma per un periodo prolungato.