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diapositiva successiva Unità Didattica 6 • Individuazione, valutazione e gestione dei rischi I rischi più comuni delle attività lavorative L’obiettivo del modulo è fornire le conoscenze di base ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza per l’esercizio del ruolo. Saranno oggetto di studio: • l’identificazione dei pericoli connessi al profilo di rischio aziendale; • la valutazione dei rischi. La presente unità didattica prenderà in esame i più comuni rischi aziendali. diapositiva successiva Illuminazione I luoghi di lavoro devono avere un’illuminazione adeguata: • Quantità di luce adeguata con corretta visibilità per il compito da svolgere. • Distribuzione e collocazione adeguata delle fonti di luce, atte a evidenziare pericoli e a evitare abbagliamenti. • Qualità per distinguere i colori. La carenza dei requisiti può avere effetti su: • La nitidezza dell’immagine. • L’adattamento alla quantità di luce. Parlando di fonti di luce si intendono sia fonti naturali che artificiali. I relativi pericoli da distribuzione o collocazione inadeguata delle fonti possono riguardare elementi come ostacoli o spigoli. Il concetto di nitidezza dell’immagine è legato al maggiore sforzo dell’apparato visivo nel vedere distintamente un oggetto di piccole dimensioni da distanza ridotta. Allo stesso tempo una illuminazione inadeguata comporta una nitidezza minore con un conseguente sforzo di accomodamento. L’apparato visivo è messo sotto sforzo se l’attività di osservazione riguarda fonti di luce molto intense o dai riflessi disturbanti. La funzione di regolazione dell’occhio può raggiungere un elevato livello di complessità diapositiva successiva Illuminazione – Conseguenze e prevenzione Conseguenze sulla salute dei lavoratori: • Molteplici regolazioni > Affaticamento e disturbi dell’apparato visivo. • Errate posture > Disturbi all’apparato muscolo-scheletrico. Azioni preventive: • Correttivi previsti dalla legge e dalle buone tecniche. • Adeguamento illuminazione in base alle lavorazioni e attività specifiche. • Installazione di oggetti come schermature, tende, veneziane … • Sistemazione adeguata delle postazioni di lavoro con pulizia costante di vetri e superfici illuminanti. Una quantità di luce inadeguata o un’errata collocazione delle fonti di illuminazione possono comportare per il lavoratore un elevato sforzo di regolazione della vista con conseguente affaticamento dell’apparato visivo. A sua volta l’affaticamento produce effetti come l’irritazione degli occhi o disturbi di entità maggiore. L’apparato muscolo-scheletrico è sottoposto ai rischi da errate posture assunte dal lavoratore per cercare una migliore illuminazione in un ambiente di lavoro che non risponde ai requisiti minimi. diapositiva successiva Rumore • Evoluzione tecnologica e meccanizzazione • Più fonti di rumore e più lavoratori esposti. • Misure di prevenzione non sempre adeguate. Il rumore: • È un suono non gradito dalla persona. • È trasmesso dall’orecchio al cervello, viene utilizzato a fini del processo di comunicazione. • È valutato biologicamente in base alla pressione sonora, alla frequenza, agli individui esposti, … L’evoluzione del processo tecnologico e una meccanizzazione sempre più elevata della produzione hanno fatto aumentare sia le fonti di rumore che il numero di lavoratori esposti. Molteplici le misure preventive. Ogni suono non gradito da una persona può essere considerato come un rumore, a seconda della propria visione soggettiva. L’onda sonora del rumore viene misurata in base all’ampiezza e alla frequenza. Il decibel rappresenta l’unità di misura della pressione sonora mentre l’hertz quella della frequenza. Il processo di comunicazione è alimentato dai rumori che vengono trasmessi dall’orecchio al cervello per effettuare le sue elaborazioni. diapositiva successiva Rumore – Conseguenze • Conseguenze sulla salute dei lavoratori • Effetti uditivi • Dal ronzio alle orecchie alla perdita della capacità uditiva. • Effetti extrauditivi • Insonnia, disturbi tiroidei, irritabilità, ansia … • Fattori da cui dipendono gli effetti • Intensità. • Frequenza. • Durata dell’esposizione. Le conseguenze dell’esposizione al rumore concernono sia effetti uditivi che extrauditivi. Nella prima categoria rientrano i danni causati direttamente all’apparato uditivo come ronzii alle orecchie, riduzione transitoria delle capacità di ascolto, sordità. I danni transitori riducono sensibilmente le capacità uditive in genere fino a un periodo di riposo “silenzioso” (es. la notte); in alcuni casi la sensibilità è ridotta per periodi maggiori (diversi giorni) con effetti sulla normale udibilità della voce durante le conversazioni con altre persone. Mentre lo stato di sordità da trauma acustico cronico ha le caratteristiche dell’irreversibilità. Nella categoria degli effetti extrauditivi rientrano l’insonnia, la maggiore irritabilità, l’ipertensione, le difficoltà digestive, la gastrite, i disturbi mestruali, la difficoltà di concentrazione, l’ansia e la depressione, … Un’analisi degli effetti del rumore deve prendere in considerazione tre fattori principali: l’intensità, la frequenza e la durata dell’esposizione. diapositiva successiva Rumore - Prevenzione • Limitazione tempo di esposizione e riduzione livelli di rumore alla fonte. • Contenimento onde sonore con materiali assorbenti. • Utilizzo sistemi di protezione dei macchinari e DPI adeguati. • Sorveglianza sanitaria dei lavoratori più esposti. • Visite mediche preventive e periodiche per esposizioni superiori a 85 dB(A). • Installazione segnaletica e limitazione di accesso per spazi con più di 85 dB(A). Le misure adottate per ridurre o eliminare l’esposizione al rumore sono numerosissime perché nascono dalle concrete esigenze aziendali (caratteristiche delle macchine e degli ambienti di lavoro). diapositiva successiva Vibrazioni - Conseguenze Definizione e scenari • Le vibrazioni meccaniche sono il prodotto delle perturbazioni esterne ai materiali che provocano moti oscillatori rispetto allo stato di equilibrio. • Due scenari adatti a contestualizzare i rischi da vibrazioni sono quelli di chi guida i veicoli e di chi utilizza strumenti a percussione. Conseguenze per la salute dei lavoratori • Danni all’apparato muscolo-scheletrico (mano, polso, gomito). • Disturbi psicofisici e circolatori. Fattori da cui dipendono gli effetti • Natura zone di contatto. • Frequenza, durata, direzione in cui si trasmette. Le vibrazioni meccaniche sono il prodotto delle perturbazioni esterne ai materiali che provocano moti oscillatori rispetto allo stato di equilibrio. Applicando questa definizione al tema della salute e sicurezza dei lavoratori sono individuati rischi da vibrazioni con bassa frequenza e rischi da vibrazioni con alta frequenza. Per analizzare le conseguenze sulla salute dei lavoratori è bene porsi le domande seguenti. Quale zona del corpo umano è in contatto con l’elemento che vibra? Con quale frequenza e per quanto tempo? In quale direzione avviene la vibrazione? Le conseguenze delle vibrazioni interessano l’apparato muscolo-scheletrico, in particolare la mano, il polso e il gomito. Gli effetti riguardano anche la circolazione e l’affaticamento psicofisico. diapositiva successiva Vibrazioni - Prevenzione • Misure tecniche • Progettazione e controllo delle macchine e delle attrezzature. • Riduzione degli effetti della propagazione. • Misure organizzative • Progettazione carichi di lavoro, turni e rotazioni compatibili con l’affaticamento psicofisico. • Misure mediche • Visite preventive e controlli periodici. Il riferimento legislativo per le misure di prevenzione relative all’esposizione alle vibrazioni è il Capo III del Titolo VIII del D.Lgs.81/2008. Le azioni preventive riguardano provvedimenti di natura tecnica, organizzativa e medica da analizzare in base alle frequenze delle vibrazioni (alte o basse). L’aspetto tecnico riguarda la progettazione e il controllo delle macchine e degli strumenti con l’obiettivo di ottenere prodotti con vibrazioni ridotte. In fase di utilizzo delle macchine l’intervento tecnico è mirato a ridurre gli effetti di propagazione sul lavoratore. L’aspetto organizzativo riguarda l’elaborazione di carichi di lavoro, turni e rotazioni che considerano l’affaticamento psicofisico causato dalle vibrazioni. I controlli sanitari preventivi e periodici devono permettere di individuare disturbi o rischi che non devono essere aggravati dal prolungarsi dell’esposizione, che deve essere pertanto evitata, anche con il cambio delle mansioni. diapositiva successiva Ambiente termico • Fattori del microclima sul lavoro • Temperatura dell’aria. • Umidità relativa dell’aria. • Velocità dell’aria. • Irraggiamento da superfici calde. • Risultati della valutazione • Spazio di benessere termico. • Spazio di stress termico con disagi per l’uomo. Il microclima in cui si svolgono le attività lavorative deve corrispondere a uno spazio di benessere termico. In caso contrario parliamo di ambienti che possono provocare i cosiddetti stress termici con conseguenti disturbi psicofisici per il lavoratore. Nel volume «La valutazione del microclima» pubblicato dall’Inail si evidenzia che i fattori da prendere in esame per la valutazione dell’ambiente termico riguardano l’aria (temperatura, umidità relativa, velocità) e l’irraggiamento da superfici calde. Nel valutare i rischi connessi al microclima va tenuto conto dell’impiego o meno di forza fisica da parte di lavoratori.