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Capitolo Uno. Oxford – England. L'eccellenza delle Università nel mondo vede tra i primi posti, se non al primo, la storica Università di Oxford con 38 facoltà oltre 22.000 studenti e 70 dipartimenti di ricerca. Nonostante l’alto numero di studenti l’accesso ai corsi è particolarmente difficoltoso e le selezioni severissime. I genitori delle più facoltose famiglie di tutto il mondo individuano la prospettiva di un figlio laureato a Oxford come quasi un titolo nobiliare che inorgoglisce e porta lustro a un albero genealogico magari di poca rilevanza. In realtà l’arricchimento, oggi come in passato, non è mai stata la conseguenza di famiglie con alle spalle un’eredità nobiliare o gloriosa. Oxford annovera la presenza di studenti provenienti da ogni parte del mondo e, fortunatamente, non solo sponsorizzati da famiglie facoltose. Le possibilità che offre una laurea in questo ateneo non si limitano unicamente all’inserimento nel mercato del lavoro ma anche ad accedere nel mondo tanto affascinante quanto selettivo nell’ambito della ricerca. Il mondo arabo, dei nuovi ricchi del petrolio, ha individuato, con visione lungimirante, quest’Università come palestra per i propri giovani futuri dirigenti. Ismail Muhammad ibn Sa'ud ha la sua ascendenza, dai tempi della costituzione del Primo Stato arabo, ad una famiglia saudita tra le più potenti allora, come ancora al giorno d’oggi. Tale discendenza, comunque, non lo vede nell’asse ereditario tra gli aventi diritto alla carica di Re, ma in quell’entourage delle famiglie che possono decidere le nomine dei reggenti e di tutta la classe dirigente. Un Principe senza diritto al trono ma che non ha bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Oxford era il coronamento dei suoi sogni di giovane studente. Alla facoltà di Bioingegneria conseguì la Laurea a pieni voti con lode e menzione e di conseguenza frequentò il Corso di Biologia Marina ottenendo la laurea Magistrale. A ventotto'anni era già un Dottore di Ricerca, avendo raggiunto il massimo livello conseguibile ovvero il Doctorate - PhD alla facoltà di Neuroscienze. Nonostante il suo impegno negli studi di ricercatore, riusciva comunque a ritagliarsi momenti di svago praticando il suo sport preferito: il Polo. Insieme con altri amici aveva costituito la “Oxford Polo Ltd”, che fu subito un enorme successo nell’ambiente Universitario raccogliendo all'interno, sia giocatori di polo che esordienti, con appassionati provenienti da tutti gli angoli del mondo e riconosciuta, in breve tempo, una delle migliori scuole di polo del Regno Unito.  Il suo successo si era espanso anche per la professionale organizzazione di eventi , livrea, team management e formazione di allenatori.  Ismail, inoltre, aveva convinto alcuni suoi amici allevatori di cavalli arabi in Arabia Saudita a lasciare alcuni di questi in maneggio all’Oxford Polo sia per la promozione della razza che per la vendita. Alcuni esemplari di purosangue si erano anche resi disponibili, a tutti gli iscritti, per l’addestramento. Queste opportunità diedero, all’ Oxford Polo, una grande e prestigiosa attrattiva, unica nell’ambiente ippico. Il cavallo arabo è una tra le razze equine più antiche e conosciute. Estremamente nobile, dal busto fine, pelle sottile ed elastica ricoperta da peli corti e lucenti. Gli zoccoli sono piccoli e durissimi, gli appiombi sono perfetti. L'arabo si distingue, tra le diverse razze, per essere il cavallo esteticamente più tipico. L’equitazione in Inghilterra è, nelle varie discipline sportive, una delle attività ludiche più seguite. Non a caso, il Royal Ascot, è l’appuntamento mondano più importante dell’estate inglese in cui, per tradizione, le donne indossano le originali ed estreme creazioni in fatto di cappelli e vestiti. Colori sgargianti, copricapi con addobbi floreali da fare invidia ad elaborati copri cassa funebri, piume e lustrini copiati alle più frivole ballerine del Can-can; in quell’occasione le signore dell’alta società inglese liberano le loro recondite e perverse fantasie in fatto di moda. Ascot è, soprattutto, anche una passerella per i cavalli degli allevatori più famosi del mondo che non solo partecipano alle corse, ma anche a concorsi di bellezza e non mancano le scommesse. Come in ogni evento ufficiale britannico che si rispetti, anche ad Ascot, si segue un cerimoniale che prevede rigide regole d'etichetta, in cinque giorni di appuntamenti mondani c'è molto da imparare. Ismail , grazie alla appartenenza allo “Oxford Polo”Ltd, non aveva mai avuto problemi per partecipare a quegli eventi e all'interno della Royal Enclosures  (l'area riservata alla Famiglia Reale e ai suoi ospiti). Fu proprio in quelle occasioni che ebbe l’intuizione di creare presso il suo club un’esposizione biennale di cavalli unicamente di razza araba, nel mondo automobilistico si definirebbe un’esibizione monomarca, esemplari che, comunque, nel Regno godevano di un alto numero di estimatori . I cavalli arabi sono famosi per la loro fronte ampia e piatta, per gli occhi profondi, il muso prominente, le orecchie dritte, il collo slanciato e la brillante criniera che fluttua nell’aria oltre che per la loro bellezza, lealtà, forza e intelligenza. L’anno successivo esordiva l’evento “OXFORD Exibition Arabian Horses” . Fu subito un successo di partecipanti e di pubblico. Arrivarono domande di iscrizione da ogni parte del mondo fino al punto che si dovettero chiudere le richieste per eccesso di partecipanti, pur limitando la presentazione di ogni allevatore proprietario a non più di due esemplari purosangue. Le iscrizioni arrivarono non solo dagli allevatori o proprietari inglesi, ma anche americani, australiani, italiani e ovviamente ci fu un’imponente presenza di allevatori provenienti dagli Emirati e dall’Arabia Saudita. Ogni partecipante doveva effettuare una passerella con fantino a piedi e un circuito di eleganza a cavallo. Ismail ebbe una notevole gratificazione quando gli fu comunicato che, alcuni rappresentanti della Famiglia Reale, sarebbero stati presenti alla parata finale e alla premiazione durante il Gran galà di chiusura. Lo spettacolo era garantito, si avvicendarono esemplari di rara bellezza nelle più variegate tonalità di colore. Tutte le passerelle furono acclamate senza alcun risparmio di applausi ed entusiasmo da parte di un pubblico attento e competente. Durante una di queste passerelle l’attenzione di Ismail cadde su un meraviglioso stallone purosangue dal mantello completamento nero di ineguagliabile lucentezza e bellezza nel movimento e spettacolare nelle esibizioni. Lo stallone era montato da una giovane amazzone. Un abbinamento che offriva alla vista immagini di un’armoniosità rara con una complicità tra bellezza, eleganza e vigore. Cavallerizza e cavallo si esibivano con una complice intesa nei movimenti alternando qualche passo di morbido dressage di scuola iberica a scatti fulminei caratteristici della razza araba. Ismail rimase impressionato dalla sintonia tra due creature che dalla natura avevano ricevuto, in maniera così generosa, lo stesso dono: la bellezza. Senza indugio alcuno si annotò a mente il numero del partecipante e andò alla ricerca di maggiori informazioni presso la segreteria nell'elenco degli iscritti. Il Cavallo Arabo apparteneva a un ben noto Nobile Italiano proprietario di una meravigliosa tenuta agricola sulle colline Toscane al confine tra l’Appennino Tosco Emiliano e il mare Tirreno, la terra dei Butteri. Quella terra era famosa per la produzione di un vino che faceva concorrenza ai più blasonati Bordeaux francesi e una produzione olivicola nel rispetto dell’agricoltura di tipo tradizionale caratteristica delle grandi aziende toscane. Il centro di allevamento equino però si trovava lungo le rive piemontesi del Lago Maggiore, un posto dal clima temperato, terreno sabbioso, drenante, asciutto ma in una atmosfera dal giusto tasso di umidità. La cavallerizza e addestratrice era iscritta, abbinata al cavallo Almas Al'aswad - Diamante Nero, con il nome Maria Grazia Baccini Doria, una splendida ragazza che esprimeva, sia per nome che per portamento ed eleganza certamente ascendenza di nobiltà papale. Ismail prese tutte le dovute informazioni e scoprì che, la cavallerizza italiana, era una brillante studentessa di biologia ad Oxford. Mai nella sua vita Ismail si ritrovò nell’imbarazzo con se stesso per aver provato un’emozione della quale si sentiva impreparato e colpevole. Il rapporto con le donne lo aveva sempre affrontato in maniera goliardica e non impegnativa, anche se le occasioni non gli erano mai mancate come può succedere naturalmente a un giovane Principe arabo di altezza superiore alla media, dal fisico riaceo con un volto dai lineamenti eleganti anche se marcatamente maschi, capelli robusti ondulati nero corvino come gli occhi, di una intensità sorprendente. La sua carriera accademica ad Oxford non era mai stata intaccata da vicende che lo avessero coinvolto in relazioni con allieve o colleghe di lavoro, come era accaduto a suoi conoscenti, che avevano messo in gioco la propria reputazione morale e, di conseguenza, la propria carriera accademica.