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Segue dalla prima parte. Per infilare il primo piede nella strap anteriore, occorre arretrare leggermente con il busto (a questo riguardo, è indispensabile avere le cimette del trapezio lunghe a sufficienza - grosso modo lunghe quanto il proprio avambraccio, oltre ad averle posizionate correttamente sul boma, in funzione del centro velico). Per arretrare il busto, e per poter spostare più indietro il piede anteriore in modo da arrivare alla strap, bisogna caricare tutto il peso sulla gamba posteriore (il piede posteriore non si sposta!), irrigidendola. Si solleva, quindi, il piede anteriore, essendo la gamba davanti scarica, e lo si infila nella strap (all'inizio, le straps vanno tenute in posizione avanzata e centrale per facilitare l'inserimento dei piedi, a scapito del controllo della tavola, che diventerà l'obiettivo di una fase successiva). Inserito il primo piede, non bisogna incantarsi, ma quasi immediatamente inserire anche il secondo. A tale scopo, si carica il peso del corpo sulla gamba anteriore, irrigidendola, in modo da poter sollevare la gamba ed il piede posteriore, infilando quest'ultimo nella strap. Si tratta, in definitiva, di fare una sorta di pendolo sulle due gambe per infilare alternativamente i due piedi nelle straps. Qualcuno suggerrisce anche di appendersi con il braccio anteriore al boma, esercitando una trazione maggiore con il braccio e la mano davanti sul boma. Personalmente, ritengo che sia un espediente secondario (io in genere non faccio tale movimento). Infilare il piede dietro nella strap posteriore, per molti può risultare più ostico rispetto ad infilare il piede anteriore nella relativa strap. Il problema, in genere, è che "non si trova" la strap posteriore. Bisogna dire, a questo proposito, che quando si usa sempre una stessa tavola (o non più di due tavole), si impara a trovare a memoria la strap posteriore. In ogni caso, qualora si abbiano difficoltà, o si stia usando una tavola nuova, magari a noleggio, un espediente utile può essere quello di arretrare il piede posteriore facendolo strisciare sul deck della tavola (quando quello davanti è già dentro la sua strap), fino a sentire con la parte esterna del piede la strap posteriore. Una volta sondato dove si trova la strap, si esegue il movimento sopra spiegato per infilarci il piede. Raggiunto questo traguardo, per molti ambito, di aver inserito entrambi i piedi nelle straps, si deve tenere ben presente che la planata non vuol dire tirare dritto all'infinito, senza correzioni di rotta, ma richiede un continuo lavoro, ed un assetto corretto del corpo in andatura, per rispondere alle condizioni continuamente variabili del vento, e del piano d'acqua, per orzare e poggiare a piacimento, e per risalire il vento continuando a planare (molto importante). In primo luogo, è importante che l'assetto del corpo in andatura risulti corretto, per rimanere veloci e per risalire bene il vento. Il busto deve rimanere avanzato, ed il petto rivolto in avanti (guardate il piano d'acqua davanti alla prua, non la vela!). Il peso deve rimanere principalmente caricato sulla gamba di prua che deve rimanere rigida (la gamba dietro lievemente flessa): ciò permette di non affossare la poppa (con i benefici detti prima), mantenendo la tavola veloce, e vi consente di far lavorare meglio il rail (bordo) di sopra vento della tavola nella zona centrale, aumentando la resistenza laterale in acqua della tavola, e facendole risalire meglio il vento. Inoltre, spingendo bene con la gamba di prua, rimarrete veloci, perché trasmetterete più efficacemente la potenza del vento dalla vela alla tavola. Se volete anche risalire bene il vento, tenete la vela un po' arretrata (anche questo rende la tavola orziera), e nel caso di vele freeride o slalom, cercate di chiudere il gap tra la base della vela e la tavola. Ma il vento, ahimè, raramente è così costante da non richiedere correzioni in andatura. Ed anche il piano d'acqua, se mosso, renderà necessarie della variazioni di rotta. Per quanto riguarda il vento, nel caso in cui entriate in uno "scarso", cioè in un calo momentaneo di vento, a meno che questo non sia molto breve, per mantenere la planata dovrete poggiare leggermente. Poggiando nello scarso, infatti, manterrete la tavola veloce e le consentirete di mantenere la planata fino a che, si spera, non sarete investiti da una nuova raffica. A tale scopo, dovrete scaricare i talloni sollevandoli, alzandovi con il corpo, ed andando verso la vela (che aprirete leggermente per farla lavorare meglio, vista la nuova direzione del vento che la impatterà). Per superare gli scarsi, può servire molto anche sfruttare il piano d'acqua. Se avete la possibilità di scendere da un'onda, o dal dorso di un grosso chop, fatelo, andando a cercare volutamente tale circostanza. Se, invece, state per entrare in una raffica, magari bella intensa, dovete approfittarne per risalire il vento. Saper bolinare è importante, in quanto vi perdona lo scarroccio non voluto, dovuto ad eventuali errori in manovra, o voluto, a seguito della scelta di manovre che vi porteranno a perdere acqua (es. strambata, o waveriding frontside). Per orzare, allora, caricate bene i talloni (per far mordere l'acqua al bordo di sopra vento della tavola), ed abbassatevi con il corpo (se c'è mare formato, senza eccedere, perchè potrebbe succedere, altrimenti, che un'onda colpisca il vostro corpo). In definitiva, tranne che in spot particolari dove il vento è molto costante, vi troverete così a bordeggiare disegnando una rotta ad S, orzando nelle raffiche, e poggiando negli scarsi. Le correzioni di rotta non devono essere così decise come se voleste virare o strambare, ma devono essere tempestive. Prima di chiudere questa spiegazione sulla planata, un ultimo suggerimento per la regolazione delle straps. Si tratta di un particolare fondamentale, che potrà cambiare la qualità delle vostre uscite. Quindi, non siate approssimativi su questo punto. Personalmente, ritengo che le straps siano regolate e strette al punto giusto, quando il piede può entrarci poco oltre le dita. Non devono risultare così larghe da consentire di infilarci il piede, fino ad avere la strap che raggiunge la caviglia. In quest'ultimo caso, farete molta fatica a calcare adeguatamente sulla tavola con il tallone (perché vi sarà finito in posizione troppo centrale sulla tavola); avrete, poi, anche difficoltà in manovra, in quanto, facilmente, al momento di estrarre il piede (vale soprattutto per quello anteriore), prima di virare o strambare, vi rimarrà spesso incastrato nella straps. Quindi, che indossiate i calzari o meno, spendete sempre due minuti per sistemare correttamente le straps, prima di iniziare la sessione (o, al limite, fatelo in acqua, se vi rendete conto che siete proprio messi male da questo punto di vista). Buon vento. Fabio