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Sono oltre 7 milioni i felini che vivono nelle nostre case, con spese fino a 2mila euro, soprattutto nel primo anno di adozione. Un vademecum per prendersi cura della salute del proprio animale domestico ed evitare di sforare il budget Se oggi trovate mici ovunque è perché è la Giornata nazionale del gatto e perché, nonostante la loro fama non li descriva amiconi come i cani, nelle case italiane sono tra i più presenti. Infatti, su 60,27 milioni di animali d’affezione, i gatti vengono dopo pesci e uccelli e sono 7,3milioni, 300mila in più dei cani, senza contare le colonie feline di cui si prendono cura migliaia di persone, che non li hanno in casa ma li considerano "loro". I gatti sono tanto amati da avere una festa italiana, appunto il 17 febbraio, istituita nel 1990 da una rivista di settore, una internazionale istituita nel 2002 dall'International fund for animal welfare e altre varie ricorrenze nazionali (per esempio il Canada celebra l'8 agosto la giornata di sensibilizzazione per l'adozione di gatti). E i gatti affascinano, sono uno straordinario polo d'attrazione, per cui spendere il loro nome per campagne di informazione è vincente. Tra i tanti che hanno deciso di usare la giornata nazionale del felino domestico per farsi conoscere c'è l'azienda internazionale di gestione del credito Kruk, che si è presa la briga di calcolare i costi da prevedere se si vuole adottare un gatto. Le stime di base sono quelle dell'ormai fondamentale rapporto Assalco-Zoomark secondo cui il giro di affari legato agli animali domestici in Italia è di 2 miliardi e 300 milioni di euro l’anno e che i possessori di gatti sono i più inclini a viziare il loro animale con cibo di qualità, gadget e attrezzi per non farli annoiare in casa. Animali e cure veterinarie, un emendamento per autorizzare i farmaci umani Kruk ha chiesto una stima dei costi per la salute di un gatto appena adottato alla dottoressa Anna De Nitto, veterinaria esperta in Medicina felina all'Ospedale Veterinario Santa Fara di Bari e le spese per il primo anno di vita possono arrivare a superare i 2mila euro all’anno, con piccole differenze tra aree metropolitane e piccoli paesi, oltre che tra ospedali e cliniche veterinarie. Cibo, medicine e giochi Nel dettaglio, il cibo costa (a seconda della fascia di qualità e della scelta per il secco o l'umido) tra i 120 i 480 euro; la lettiera (ma molto dipende da come la si cambia) tra i 120 e i 240 euro; le analisi e le visite annuali di check-up tra i 15 e i 35 euro. I costi maggiori si hanno per i vaccini e le sverminazioni, che possono costare tra i 200 e i 350 euro, e la sterilizzazione o castrazione (tra i 180 e i 300 euro). Vanno poi calcolati circa 15 euro per l'esame delle feci e dai 25 ai 35 euro per i test per la leucemia virale felina e l’immunodeficienza. Nel computo sono poi state inserite possibili spese impreviste legate alla salute da incidenti domestici a patologie più gravi, per un preventivo dai 90 ai 1.000 euro. Come detto, gli italiani sono poi assai spendaccioni se si tratta di coccolare il gatto appena arrivato in casa e per il tiragraffi, la cuccia e i giochi soltanto nel primo anno si possono spendere dai 100 ai 250 euro. Le visite di routine Se si decide di prendersi cura di un gatto, oltre alle spese iniziali bisogna poi mettere in conto di monitorare la sua salute come si farebbe per un membro della famiglia e ogni anno bisognerebbe prevedere una visita veterinaria, che costa dai 35 ai 50 euro e dopo i 5 anni bisognerebbe fare un check-up con esami del sangue che hanno un costo base di 100 euro. La veterinaria sottolinea poi che "in base anche all’eredità del patrimonio genetico, alcune razze possono essere più delicate per la salute del cuore o dei reni, per queste occorre prevedere in media un check-up ogni anno che può variare dai 90 ai 180 euro". Non è finita: ogni mese deve essere somministrato l’antiparassitario sul manto contro pulci, pidocchi e altri parassiti (circa 10 euro) e anche se il gatto è in appartamento è "opportuno eseguire il trattamento di sverminazione ogni 3 mesi (costo dai 10 ai 20 euro), soprattutto per salvaguardare la salute dei più deboli come bambini, immunodepressi e anziani dal rischio di trasmissione di zoonosi". • Il consiglio finale di Kruk è perciò "di verificare prima di adottare un gatto se sia possibile sostenere tutte le spese necessarie, perché prendere un animale è infatti una responsabilità anche finanziaria e bisogna includere nel proprio budget familiare una voce dedicata agli animali domestici".  • Sette miti da sfatare per la salute dei gatti A sottolineare che il detto che hanno sette vite non dovrebbe far sottovalutare i problemi di salute dei gatti c'è anche Massimo Beccati, veterinario di Ca’ Zampa, gruppo italiano di centri per il benessere degli animali domestici "Si conosce sempre di più del mondo felino - afferma l'esperto - tuttavia a dispetto di quanto comunemente si pensa, il gatto è un animale che va seguito con molta attenzione in modo da garantirgli un completo benessere. Basti pensare che 1 gatto su 5 soffre di patologie legate al tratto urinario e per prevenire è sufficiente attuare piccoli accorgimenti, come l’adozione di una corretta dieta e l’analisi delle urine almeno 1 o 2 volte all’anno. E prima ancora di accoglierlo in casa, è opportuno mettere l’abitazione a sua misura in modo da garantirgli un ambiente dove possa sviluppare i suoi sensi in maniera completa”. • Alimentazione, regole di igiene, casa a misura di gatto e salute. Secondo Ca' Zampa sono sette i miti da sfatare per pensare al  suo benessere. • Il primo è pensare che possa essere alimentato con carne cruda o da vegetariano, tendenze di cui si sente parlare ma sono sbagliate, perché comportano sempre un alto rischio sanitario. • Il secondo è conseguente: i gatti sono carnivori, ma alcuni mangiano di tutto: prediligono il gusto salato, ma sono in grado di percepire anche gli altri gusti. • Terzo: non è vero che hanno paura dell'acqua, ma il pelo bagnato li rende più pesanti e goffi e il loro olfatto molto sviluppato non ama le profumazioni, inoltre l’acqua fredda abbassa la temperatura corporea e per questo la evitano. • Quarto: il gatto non soffre di solitudine, ma sente la noia: ha bisogno di avere qualcosa da fare per il suo benessere psicofisico e se per il cane servono almeno 4 passeggiate al giorno, per il gatto sono sufficienti 5 minuti di attività e stimolazione 5 volte al giorno, preferibilmente di mattina e di sera. È quindi opportuno curare l’ambiente in cui vive in casa in modo da dargli stimoli e posti in cui nascondersi. I veterinari di Ca'Zampa sottolineano poi che una delle credenze più perniciose (la quinta del loro elenco) vuole che il gatto abbia bisogno di poche cure veterinarie, tanto che solo 1 proprietario su 4 fa visitare regolarmente il proprio animale, mentre è bene abituarsi a costanti controlli per prevenire malattie comuni come quelle alla bocca, di cui soffre il 70 per cento dei gatti. Da questo dipende il mito da sfatare numero sei, il già citato "i gatti hanno sette vite". È vero che sanno cavarsela egregiamente in molte situazioni, perché possono muoversi agevolmente nella penombra, sono ottimi cacciatori, sanno atterrare “in piedi” pure cadendo da altezze elevante, fanno salti acrobatici, sanno ritrovare la via di casa, sono molto agili e ultimo ma non meno importante sono animali molto puliti, una prevenzione non trascurabile. Ma ciò non toglie che, per esempio, bisogna attrezzare i balconi di casa, per evitare che cadano. Infine, la settima bufala è che il loro carattere dipenda dal colore del mantello. Dicono da Ca' Zampa che si tratta di un collegamento che non ha nessuna base scientifica, ma alcuni ricercatori sostengono che ci sia un legame tra il livello di melanina (che dà il colore) e quello di dopamina (che regola, tra le altre cose, la sensazione di piacere).