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diapositiva successiva Andamento infortuni negli ultimi anni… • Gli infortuni negli ultimi 20 anni hanno avuto un costante decremento • All’inizio degli anni 2000 erano denunciati oltre un milione di infortuni ogni anno (ora sono meno di 600.000) • Nello stesso anno si sono superati i 1400 infortuni mortali (ora sono meno di 900) I dati indicano la progressiva riduzione degli indici di incidenza degli infortuni in Italia negli ultimi 20 anni. Tra le possibili ipotesi possiamo trovare: • aumento del livello di attenzione dei media sulla SSL; • progressivo trasferimento all’estero di lavorazioni pericolose; • progressiva trasformazione della realtà lavorativa italiana con aumento dell’incidenza di attività del terziario (meno rischiose); • effetto a lungo termine delle modifiche normative introdotte dal D.Lgs. 626/94, modifiche e integrazioni. Approfondimenti: banca dati statistica su http://www.inail.it diapositiva successiva Perché studiare gli infortuni? Si studiano gli infortuni per: • Definire le politiche di prevenzione • Studiare le cause per introdurre accorgimenti tecnologici • Motivi assicurativi – INAIL (tassi di premio) • Motivi assicurativi – stipula polizze private (contractor ecc.) • Pianificazione controlli da parte degli organi ispettivi L’analisi degli infortuni si presta a numerose chiavi di lettura: • Prevenzione: è importante capire come e quando si verificano gli infortuni per definire politiche di prevenzione; • Tassi di premio assicurativo INAIL, per capire quali sono le tipologie produttive più a rischio. Ogni azienda paga in misura proporzionale a quanto “costa” il proprio settore produttivo all’INAIL e ha inoltre un tasso personalizzato per andamento infortunistico; • I tassi di incidenza degli infortuni sono considerati alla stipula di assicurazioni private (contractor, requisiti sicurezza, ecc.) • Le statistiche sugli infortuni servono anche a pianificare controlli da parte degli organi ispettivi. Approfondimenti: banca dati statistica su http://www.inail.it diapositiva successiva Parametri per classificare gli infortuni Si illustrano i metodi per conteggiare gli infortuni facendo riferimento al fatto che il conteggio dei numeri “puri” in un determinato periodo storico non ha praticamente senso in quanto il numero degli infortuni varia con la forza lavoro di quel determinato periodo. Si cita la norma UNI 7249:2007 - Statistiche degli infortuni sul lavoro che, tra l’altro, definisce: UNI 7249 - Statistiche degli infortuni sul lavoro • Indice di incidenza (quanti ogni 100 lavoratori?) o I.I. = (n. infortuni/n. lavoratori) x 100 • I di frequenza (quanti ogni milione di h di lavoro?) o I.F. = (n. infortuni/n. ore lavorate) x 1.000.000 • I di gravità (quanto sono gravi?) o I.G. = (n. giornate perse/ore lavorate) x1000 • I di durata (quanti gg di assenza per infortunio?) o I.D. = (giornate perse/n. infortuni) Si consideri che le ore lavorate non sono misurate direttamente ma desunte dal monte salari. diapositiva successiva Near miss – Quasi incidenti • Il near miss o quasi incidente è un qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un danno alla salute e, per qualche motivo da indagare, non lo ha fatto; • Rientrano in questa categoria i piccolissimi infortuni che non devono essere registrati. I near miss sono i “campanelli di allarme” della prevenzione L’analisi di questi eventi. Riveste un’enorme importanza ai fini prevenzionali In questa categoria non rientrano solo i quasi infortuni ma anche tutti quegli eventi che non è detto avrebbero portato a eventi lesivi. Gli stessi riguardano la sicurezza, la salute e lo stato degli impianti. Possibile esempio: • rientrando al mattino in ufficio si trova una lastra controsoffitto che è caduta su una scrivania; • si tratta di un quasi infortunio perché se fosse accaduto di giorno avrebbe potuto investire una persona; • l’analisi dell’evento conduce a un esame del controsoffitto; • se si evidenziano problemi che erano stati trascurati si possono studiare interventi di sostituzione del controsoffitto. diapositiva successiva Quando si verifica un infortunio Maggiore gravità del danno la troviamo nell’INFORTUNIO SUL LAVORO: questo è un evento avvenuto in occasione di lavoro che abbia provocato una lesione fisica o psichica con causa violenta (in breve tempo). Subito dopo, diminuendo il valore di gravità, troviamo il FIRST AID (INFORTUNIO LIEVE /MEDICAZIONE): un evento che accade durante l’attività lavorativa che non comporta, per la persona, assenza dal lavoro ed è risolvibile con medicazione in infermeria o automedicazione. Come danno di media gravità abbiamo l’INCIDENTE/ NEAR MISS: un evento che non ha determinato un danno a persone, ma che ha creato un danno a beni aziendali o ambientale, o una situazione di danno potenziale a persone o cose. Fino ad arrivare al livello di gravità più basso e cioè la SEGNALAZIONE: questo evento raggruppa tutte le situazioni pericolose riscontrate che potrebbero causare un danno potenziale a persone o beni aziendali; suggerimenti e opportunità di miglioramento. diapositiva successiva Near miss – Quasi incidenti • Quasi Infortuni o si comprendono tutti gli eventi che avrebbero potuto condurre a lesioni e patologie; • Quasi Incidenti o si comprendono sia gli eventi che avrebbero potuto determinare un infortunio, che quelli che non necessariamente lo avrebbero fatto. “È inciampato ma è riuscito a non cadere” è un quasi infortunio. “La calandra stava per cedere” è un quasi incidente. diapositiva successiva Near miss – Quasi incidenti • Devono essere analizzati non soltanto gli «incidenti», intesi come eventi che producono danni a cose, ma anche: o la messa in atto di comportamenti pericolosi, o il mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro, o carenze strutturali, organizzative e tecniche. La definizione di near miss è molto ampia e comprende i comportamenti umani. I comportamenti umani sono alla base di moltissimi degli infortuni. Si stima che il fattore umano sia il principale artefice degli incidenti sul lavoro con conseguenze di infortuni mortali. Per questo motivo è fondamentale insistere sull’analogia tra quasi incidenti e comportamenti errati. diapositiva successiva Near miss – AC e AP Si vuole insistere nell’illustrare la differenza tra azione correttiva e preventiva affinché se ne comprenda l’importanza ai fini della valutazione e riduzione dei rischi. Il modo ottimale di gestire un near miss prevede, da parte dei soggetti titolati a farlo, l’adozione di: • AC - Azioni correttive: azioni messe in atto per gestire nell’immediato l’evento in esame; • AP - Azioni preventive: azioni messe in atto per evitare che l’evento in esame si ripeta nel futuro. In un sistema strutturato le AC e AP sono catalogate e registrate. Possiamo fare degli esempi per comprendere bene la differenza: • un lavoratore rischia di cadere da una scala a pioli a causa della rottura di un piede di trattenuta; • l’esame del near miss evidenzia che la scala in esame non è a norma; • l’azione correttiva consiste nel disfarsi della scala in esame sostituendola con una a norma; • l’azione preventiva consiste invece nel modificare la procedura acquisti in modo che nessun elemento a potenziale rischio sia immesso in azienda senza la supervisione e l’approvazione della funzione sicurezza.