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Corso di AGGIORNAMENTO per PREPOSTI Formazione particolare aggiuntiva per il preposto ai sensi dell'Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 Modulo 4 – Comunicazione e relazioni diapositiva successiva Schema generale del corso Comunicazione e relazioni Le competenze relazionali Principi di comunicazione Metodi, tecniche e strumenti della comunicazione Tecniche comunicative efficaci per la sicurezza Gestione della comunicazione nelle diverse situazioni di lavoro Le tecniche di negoziazione e di problem solving diapositiva successiva Comunicazione, formazione e consultazione • la consapevolezza del ruolo, laddove per consapevolezza si intende la conoscenza di tutti gli elementi che costituiscono il ruolo e della rete/sistema di relazioni in cui è inserito; • le competenze necessarie per l'adempimento del ruolo. diapositiva successiva Competenze relazionali e consapevolezza del ruolo Essere consapevoli del proprio ruolo vuol dire infatti conoscere e avere chiari gli obiettivi e quindi i risultati attesi rispetto al proprio “fare”, al “perché si fa”; vuol dire inoltre avere chiaro quali sono le attività che costituiscono questo “fare” e anche quelle degli altri ruoli con cui ci si interfaccia, per cui la consapevolezza di ruolo implica anche una chiara mappa delle relazioni, che lega tra loro i ruoli attraverso relazioni interdipendenti necessarie per il conseguimento degli obiettivi. Ci sono delle competenze, appunto polivalenti e multifunzionali, come riportato nella diapositiva, che sono necessarie ai fini dello svolgimento del ruolo del dirigente, che, lo ricordiamo, in materia di sicurezza non indica una qualifica formale, ma una funzione; viene infatti definito: “Persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa” (art. 2 c.1 lett. d T.U.); Il Principio di effettività delle funzioni ha portato la Corte di Cassazione a considerare dirigente anche il soggetto che, pur non ricoprendo nell'organigramma tale posizione, impartisce l'ordine di effettuare un lavoro. Chi dà in concreto l'ordine di effettuare un lavoro assume di fatto la mansione di dirigente sicché ha il dovere di accertarsi che il lavoro venga fatto nel rispetto delle norme antinfortunistiche, senza lasciare ai lavoratori – non soliti ad eseguirlo - la scelta dello strumento da utilizzare. diapositiva successiva Competenze relazionali e consapevolezza del ruolo IL RUOLO del preposto: obiettivi • Promozione di comportamenti coerenti con il sistema di sicurezza aziendale • Diffusione di una cultura aziendale orientata al miglioramento la promozione di comportamenti coerenti con il sistema di sicurezza aziendale e la diffusione di una cultura aziendale orientata al miglioramento sono due macro obiettivi che possono essere perseguiti attraverso azioni che in forma generale vengono così espresse: • Sovraintendere le lavorazioni; • Organizzare le attività; • Segnalare le anomalie; • Dirigere coerentemente con gli obblighi di sicurezza. Partendo da queste azioni generali si prosegue entrando nel dettaglio delle attività che sono quelle desumibili dagli obblighi riportati nell'art. 19 del Decreto Legislativo81/08. diapositiva successiva Comunicazione, formazione e consultazione Tecniche di comunicazione • La comunicazione • I cinque assiomi della comunicazione • Ascoltare e comunicare diapositiva successiva Principi della comunicazione • Non si può non comunicare • Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione • La qualità di una relazione dipende dalla punteggiatura (rapporto causa/effetto ) delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti • Si comunica sia sul piano numerico (rappresentazione attraverso un codice linguistico) che sul piano analogico (comunicazione non verbale) • Tutti gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari a seconda che siano basati sulla somiglianza o sulla differenza Tutti gli scambi comunicativi si fondano o sull'uguaglianza o sulla differenza e quindi possono essere simmetrici o complementari. Si dicono complementari gli scambi comunicativi in cui i comunicanti non sono sullo stesso piano (mamma/bambino, dipendente/datore di lavoro). Sono simmetrici gli scambi in cui gli interlocutori si considerano sullo stesso piano: è questo il caso di comunicazioni tra pari grado (colleghi di lavoro, marito/moglie, compagni di classe, fratelli, amici). Le posizioni relative di ciascun interlocutore dipendono dal contesto e dalla situazione. diapositiva successiva Principi della comunicazione Non esistono mappe giuste o sbagliate: ci sono mappe più o meno adeguate per affrontare la realtà diapositiva successiva Principi della comunicazione Qualche definizione: Fonte di trasmissione: chi comunica Messaggio: oggetto della comunicazione Veicolo di trasmissione: mezzo usato per comunicare Canale: strada attraverso cui passa la comunicazione Strumento di ricezione: mezzo con il quale si raccoglie il messaggio Destinatario: persona alla quale indirizziamo il messaggio Interferenza: tutto ciò che ostacola la trasmissione e la ricezione di un messaggio diapositiva successiva Codifica e decodifica I significati, ovvero le cose che vogliamo comunicare, sono inizialmente solo all'interno della nostra mente. Per poter uscire all'esterno, devono essere codificati, ovvero tradotti in suoni, gesti, segni che possiedano un significato condiviso. La codifica si riferisce al processo attraverso il quale l'emittente trasforma le sue idee e le sue intenzioni in parole, o simboli di altro genere, nel tentativo di renderle comprensibili agli altri. Dunque, le idee vengono codificate in messaggi, i quali vengono inviati al ricevente, il quale compie il corrispondente processo di decodifica. La decodifica è la trasformazione delle parole e degli altri simboli ricevuti in un significato, che può essere simile, esattamente uguale o anche completamente differente rispetto al significato iniziale, quello che l'emittente aveva in mente quando ha codificato la sua idea. Poiché l'atto comunicativo ha la funzione di rendere comune l'oggetto della comunicazione affinché questo avvenga è indispensabile che i destinatari della comunicazione dispongano degli strumenti necessari per effettuare la decodifica e quindi accogliere il messaggio. Il docente può a questo punto fare riferimento alle situazioni in cui il preposto si trova nella condizione di dover comunicare con lavoratori stranieri o neoassunti. In entrambi i casi manca infatti un codice condiviso, mancanza più evidente nel caso dei lavoratori stranieri ma possibile anche nel caso di lavoratori neoassunti per quanto riguarda particolari significati. Saper comunicare vuol dire farsi capire e per farsi capire è necessario codificare in maniera tale che l'interlocutore capisca e quindi saper scegliere ed esporre le parole e le frasi che meglio facciano comprendere le idee e i concetti che si hanno in testa, ma in funzione di chi li deve recepire. Poiché qualsiasi forma di comunicazione, messaggio, espressione verbale o non verbale, nasce e vive per raggiungere un suo SCOPO, un suo OBIETTIVO, è importante che questo sia chiaro. Sono infatti diversi gli obiettivi che possiamo avere nel comunicare, ricordando quelli già elencati: • trasmettere informazioni • farsi capire • ricevere informazioni • capire • stabilire relazioni interpersonali • produrre un cambiamento nell'interlocutore • persuadere, convincere “vendere” • negoziare, ricercare accordi condivisi • gestire conflitti • creare un clima di collaborazione • guidare, orientare, influenzare • motivare, coinvolgere Essere consapevoli e avere chiaro l'obiettivo che vogliamo raggiungere ci orienta nella codifica del messaggio che presuppone un'interrogazione sull'interlocutore: è qui che si inserisce l'importanza dell'ascolto attivo che permette di “cogliere” informazioni indicative sulle possibili ed eventuali modalità di decodifica.