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La loro casa era molto bella : solida ed elegante come i suoi anziani proprietari. Mia sorella Elena la frequentava da tempo insieme ai nostri cugini che, bontà loro, spesso la lasciavano sola con i due vecchi signori. Loro le offrivano un tè dolce e speziato mentre raccontavano di quando l’avevano costruita, anni e anni prima, con le loro sole forze e chiedevano come fosse la sua casa. “E’ molto diversa dalla vostra!” diceva loro con la sua voce allegra , ma a volte evitava di rispondere e loro tacevano. Erano stati educati a rispettare sempre le opinioni altrui. Capivo perché non volesse parlarne : il nostro era un alloggio provvisorio in attesa che nostro padre trovasse un lavoro e uno stipendio migliori. Il mio letto era condiviso con gli altri miei fratelli e la sua camera era il nostro salotto. È difficile ammettere i propri errori, ma quando lei mi spingeva fuori dicendo “Esci! Questa stanza è la mia!”, io correvo da nostra madre e mentivo dicendole “Mamma, è stata Elena a prendere la tua collana!”. Mia madre poi la rimproverava gridandole “Ognuno deve usare le proprie cose non le altrui!”